
Giorgia Meloni continua a collezionare elogi dalla stampa internazionale. Il quotidiano tedesco Die Welt ha pubblicato un’analisi sull’andamento dell’economia italiana durante il governo di centrodestra e ha descritto la situazione del Paese come “più stabile di quella francese”. Secondo l’articolo firmato dal corrispondente Tobias Kaiser, l’Italia attraversa una fase di stabilità politica e finanziaria che contrasta con le difficoltà registrate in Francia e Germania, osservando che, se la tendenza dovesse proseguire, Roma potrebbe raggiungere già nel 2025 l’obiettivo del 3 per cento di deficit previsto dal Trattato di Maastricht, in anticipo rispetto alle previsioni.
Il miglioramento dei conti pubblici, ha rimarcto Die Welt, è dovuto a un incremento delle entrate fiscali – favorito anche dall’inflazione – e alla diminuzione dei costi del debito. Il differenziale tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi si è ridotto a circa 80 punti base, contro i 180 registrati due anni fa. “Gli investitori percepiscono oggi un rischio minore sul debito italiano” l’analisi di Nicola Nobile, capo economista per l’Italia di Oxford Economics.
Il focus ha evidenziato inoltre che la coalizione guidata da Meloni, al potere dal 2022, appare “insolitamente stabile” rispetto agli standard politici italiani. Secondo il piano di bilancio, il deficit dovrebbe attestarsi al 3% nel 2025 e scendere al 2,8 per cento nel 2026, condizione che consentirebbe al Paese di uscire dalla procedura europea per deficit eccessivo. A titolo di confronto, Die Welt ha rilevato che in Francia il disavanzo si avvicina al 6 per cento del Pil, mentre il governo deve affrontare l’ennesima fase di instabilità. “Roma oggi è più stabile di Parigi” ha dichiarato Friedrich Heinemann, esperto di finanza pubblica presso il centro di ricerca ZEW Mannheim, evidenziando che il governo Meloni “potrebbe durare fino a fine legislatura”.
Il quotidiano tedesco ha poi posto l’accento sull’importanza dei fondi europei del Next Generation Eu, che con circa 195 miliardi di euro continuano a sostenere gli investimenti pubblici e la crescita economica italiana. Tuttavia, ha aggiunto, questi fondi si esauriranno nel 2027 e resta irrisolto il problema strutturale del basso tasso di crescita del Paese.
Con un debito pari al 137,7 per cento del Pil, l’Italia non riesce ancora a ridurlo in modo significativo. “L’Italia ha imparato a mantenere sostenibili i debiti elevati, ma non ancora a ridurli” ha concluso Heinemann.