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Disastro Schlein il Pd naufraga in tutta Italia e lei trova l’alibi: "Vento di destra"

La sconfitta è dolorosa, ma paradossalmente ciò che al Nazareno brucia di più è proprio l’unica vittoria raccolta dal Pd nei ballottaggi, a Vicenza

Disastro Schlein il Pd naufraga in tutta Italia e lei trova l’alibi: "Vento di destra"

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La sconfitta è molto dolorosa, ma paradossalmente ciò che al Nazareno brucia di più è proprio l’unica vittoria raccolta dal Pd nei ballottaggi, a Vicenza.
Già, perché lì il giovane neo-sindaco di area riformista Giacomo Possamai (la cui lista civica ottiene più o meno gli stessi voti di quella del partito) ha dato l’altolà a Elly Schlein: «Meglio se qui non ti fai vedere», il succo del suo messaggio alla leader.
E così è stato. Per la neo-segretaria dem è un risveglio inaspettato e cupo dai sogni di gloria alimentati dalla vittoria a sorpresa nelle primarie e dai sondaggi che raccontavano di un miracoloso «effetto Schlein» che premiava la salvifica svolta a sinistra.
Tanto più che, come ieri molti facevano a gara a ricordare, i ballottaggi sono storicamente favorevoli al Pd, tanto che il centrodestra puntava ad abolirli.
All’ora dei tg serali, dopo una ansiogena e confusa riunione fiume della segreteria, Schlein rilascia una breve dichiarazione (rigorosamente senza domande) ai giornalisti in attesa da ore: «È una sconfitta netta. Il vento a favore delle destre è ancora forte. È andata male nei capoluoghi, meglio nei comuni medi. Ma dico subito che il fatto che il Pd sia il primo partito nel voto di lista non è per noi una consolazione perché da soli non si vince, c’è da ricostruire un campo alternativo alla destra». Con chi, non è chiaro visto che il principale alleato potenziale, M5s, sta messo assai peggio del Pd, e che le prove di «campo largo» sono naufragate.
La «rossa» Ancona, per la prima volta, è persa. La Toscana (da Siena a Pisa a Massa) è una Waterloo - dal punto di vista di Napoleone. A Brindisi fallisce miseramente il celebrato accordo coi grillini su un candidato scelto da Giuseppe Conte (che è andato ben tre volte a sostenerlo in piazza, con evidenti risultati). L’accordo con i Cinque Stelle affonda anche a Pisa e nel primo turno di Catania.
Perché se non bastassero i ballottaggi disastrosi, piove sul bagnato anche con il voto in Sicilia, che da efficientissima regione autonoma si sceglie i suoi tempi: «Se dovessero essere confermati i primi risultati saremmo di fronte ad una vera e propria catastrofe elettorale», constata Antonio Rubino, membro della direzione Pd.
Per i giovani leoni della new wave Pd è una batosta precoce e inaspettata: Marco Furfaro in Toscana, Francesco Boccia in Puglia, Marta Bonafoni nel Lazio (dove 4 ballottaggi su 4 vanno al centrodestra): tutti incassano solenni batoste. «Débâcle in senso figurato: disfatta, sconfitta clamorosa», infierisce la laziale Lorenza Bonaccorsi (gentiloniana). Il neo-segretario schleiniano della Toscana, l’emergente Emiliano Fossi, incassa una batosta clamorosa nella sua Campi Bisenzio. I dirigenti schleiniani del Pd si attaccano a quel che possono: c’è il lombardo Pier Francesco Majorino che esulta per i trionfi a Gorgonzola e Cologno. C’è il campano Marco Sarracino che celebra il «modello Marano e Torre del Greco». Ma il bilancio complessivo è tragico. E la fronda interna, alimentata in questi mesi dall’algido distacco di Schlein e dalla sua guerra contro i «cacicchi» delle correnti, rialza la voce. «Il Pd esce sconfitto da questa tornata elettorale - dice la ex capogruppo al Senato Simona Malpezzi, di area riformista- nonostante alcune affermazioni significative, la più importante della quali quella di Giacomo Possamai a Vicenza che ha fatto un lavoro straordinario». E ovviamente non è un caso che venga sottolineato il successo di Possamai, che si è tenuto alla larga dalla «svolta» sinistrorsa del Pd. «Nel complesso assistiamo a un arretramento rispetto alle amministrative dello scorso anno.
È urgente fare il punto nelle sedi opportune: la sconfitta esige una riflessione». E la parola «riflessione» si veste di presagi bui per il Nazareno: le correnti sono pronte a rialzare la testa.

E qualcuno già preconizza: «Così Elly non arriva alle europee».

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