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"I soldi li usiamo per spaccarci". I ragazzi in discoteca con il bonus Cultura

Intervistati da Le Iene qualche anno fa, i giovani ammettevano candidamente di usare i soldi del bonus Cultura per andare a ballare

"I soldi li usiamo per spaccarci". I ragazzi in discoteca con il bonus Cultura

Da sinistra negli ultimi giorni c'è stata una levata di scudi a difesa del cosiddetto bonus Cultura, l'erogazione una tantum da 500 euro al mese per i neo-maggiorenni che nelle intenzioni del legislatore sarebbe dovuta servire per rilanciare la cultura tra i più giovani. Un intento nobile, senza dubbio, ma con molte falle, come dimostrato già negli anni precedenti, che oggi il governo Meloni vuole migliorare. In quest'ottica va letto l'emendamento alla manovra di Bilancio per riformare il bonus, contro il quale la sinistra sta strumentalmente alzando la voce, accusando il governo di centrodestra di dover tagliare i fondi per la cultura a discapito dei giovani e degli operatori di settore.

In realtà, le cose stanno diversamente. Un vecchio servizio de Le Iene, riproposto dal giornalista Giorgio La Porta, ha dimostrato come quella misura avesse numerose falle nella sua attuazione. Lasciava le maglie molto larghe per l'utilizzo dei fondi anche in ambiti che con la cultura non avevano ben poco a che spartire, a meno che per la sinistra le discoteche non siano da annoverare tra le attività culturali, al pari di una visita a un museo. Con lo stile irriverente che caratterizza Le Iene fin dalla loro nascita, il programma di Italia uno diversi anni fa ha intervistato alcuni giovani di una discoteca che hanno candidamente ammesso di aver impiegato quei soldi per attività non attinenti strettamente alla cultura.

"Noi abbiamo pagato con quello (bonus cultura, ndr) perché così i soldi li spendiamo in alcool e per andare a f***", dice senza troppi giri di parole un ragazzo. E poi ancora: "Divertirsi è cultura". Tralasciando le dichiarazioni degli altri giovani intervistati, evidentemente alterati dall'utilizzo di alcool, che hanno rilasciato dichiarazioni al limite del comprensibile, questa intervista ha dimostrato che la misura necessita di una riforma.

Ed è quello su cui lavora il ministro Sangiuliano, perché come a più riprese dichiarato dalla maggioranza, non verrà tranciato di netto ma verrà meglio regolamentato.

"Attraverso l'emendamento presentato alla legge di Bilancio la maggioranza vuole rivedere e ridefinire questo strumento andando verso una 'Carta della Culturà che, come ha chiarito lo stesso ministro Sangiuliano, deve diventare una reale opportunità per i giovani di 'consumi culturali orientandoli alla lettura di libri, alla visita di mostre, ai corsi di lingua e alla musica'", hanno spiegato i capigruppi di Fratelli d'Italia alla Camera dei deputati e al Senato, Tommaso Foti e Lucio Malan.

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