Maria Rita Parsi, psicoterapeuta, cosa ne pensa della proposta inglese di iscrivere un neonato al primo ciclo di scuola chiamato gli «anni delle fondamenta?».
«Se questa scolarizzazione dalla nascita è intesa come aiuto alla famiglia e come supporto al bambino, ben venga. C'è tanto bisogno di coinvolgere la società in una nascita».
Ma non è più bello il contatto con la mamma nei primi mesi di vita?
«Fino ai cinque mesi il rapporto deve essere stretto. E questo è fondamentale. Ma dai sei mesi si può partire per una socializzazione del bambino».
Mandandolo all'asilo nido?
«Esattamente. Al sesto mese si può cominciare a mettere in comune delle esperienze che permettano ai bambini di capire il mondo intorno, piano piano».
Ma serve un ambiente molto preparato.
«Questo è fondamentale. Il mio asilo ideale si trova ad Alba dove si occupano dei bambini dal momento della nascita fino a 5 anni e verso di loro c'è un'attenzione totale».
Ma non è una sorta di parcheggio?.
«Esiste un'equipe medico-psicopedagogica sempre presente, gli operatori sono a tempo indeterminato e costantemente formati. I genitori possono entrare quando vogliono e anche i nonni. Gli anziani del paese portano i bambini di tre anni a zappettare la terra».
Non sono tutte così le strutture. Questa mi sembra una chimera.
«No, è un modello da seguire.
Cosa per esempio?
«Nei primi anni di vita si apprendono un'infinità di cose. Può disegnare, drammatizzare, giocare per ore, ecc...».
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