E il candidato della lista Ingroia omaggia l'ex Br Idv: così rompiamo

In mezzo a tanti "reduci", a cantare l'Internazionale con il pugno alzato, c'era anche Claudio Grassi, ex deputato e candidato nella lista dell'ex pm. Polemiche dall'Idv

Un momento dei funerali di Prospero Gallinari
Un momento dei funerali di Prospero Gallinari

Reggio Emilia - La lista Ingroia è appena nata e già registra la prima spaccatura. Succede se di mezzo ci sono i contestati funerali del brigatista mai pentito Prospero Gallinari, alla presenza dei big dell'eversione: da Renato Curcio a Oreste Scalzone, da Barbara Balzerani a Raffaele Fiore.

In mezzo a tanti «reduci», a cantare l'Internazionale con il pugno alzato, c'erano anche due politici d'area: i rifondaroli Alberto Ferrigno, coordinatore provinciale Prc e Claudio Grassi, ex deputato e candidato nella lista dell'ex pm. Lista composta da diverse anime della sinistra manettara, una delle quali ne ha approfittato per lanciare il suo j'accuse. È il caso di Liana Barbati, presidente del gruppo Idv in Regione, appannato dall'inchiesta sui fondi dei gruppi, con relativi scandali come la surreale vicenda dei sacchi portati via di notte alla vigilia della perquisizione della Guardia di finanza. «Chi ricopre cariche politiche o è candidato non dovrebbe partecipare al funerale di chi ha rappresentato un periodo così buio per la Repubblica», ha detto Barbati. Lo scontro si alza quando la dipietrista annuncia che «se Grassi sarà eletto non mi sentirò rappresentata da lui. Se non arriveranno chiarimenti l'Idv uscirà dal comitato provinciale a della Lista Ingroia».

Ma di smentite da Rifondazione non ne sono arrivate. Anzi Ferrigno, che sabato aveva detto ai cronisti di essere presente perché voleva fare una tesi di laurea su Gallinari, ha rincarato la dose: «Non devo giustificare nulla. Forse Barbati è agitata perché non è stata messa in lista Silvana Mura?». Nessun commento da Grassi, i cui trascorsi tra gli anarchici negli anni '70 sono cosa nota così come la sua partecipazione a Radio Tupac, la radio libera chiusa durante gli Anni di piombo perché faceva apologia di reato. Sarà anche una rivoluzione civile.

Per ora di rivoluzionario ci sono le parole deliranti a cui Grassi e Ferrigno senza obiettare hanno assistito, con un nutrito stuolo di ragazzi nati quando i loro miti brigatisti scontavano i loro ergastoli, e che dipingevano «il compagno Prospero non un terrorista, ma un uomo che con coerenza portò avanti le sue scelte».

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