Quirinale 2013

E Monti guarda a destra con la carta Cancellieri

Scelta civica non si fa tentare dal Pd e vota compatta il ministro dell'Interno. Una mossa che prelude a una stagione di larghe intese

Il ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri
Il ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri

Roma - Casini ha saputo essere acuto profeta. Già giovedì, dopo la bocciatura di Franco Marini, continuava a ripetere ai cronisti che lo assediavano: «È un gran casino, un gran casino». Poi la svolta. Monti, Casini e lo stato maggiore di Scelta civica hanno tirato fuori, grazie al suggerimento di Mario Mauro, il nome di Anna Maria Cancellieri. Il ministro dell'Interno è stato il loro candidato nella quarta votazione, quella - per intenderci - che ha sancito il tramonto definitivo di Prodi come «risorsa politica» e del Pd come partito armonioso. Una votazione che ha avuto come unico dato positivo di trovare un nome - la Cancellieri, appunto - appetibile anche per buona parte del centrodestra e che non ha «controindicazioni» per i grillini. Ed è proprio della Cancellieri, e del futuro governo di larghe intese, che Casini ha parlato con Berlusconi. I due si sono incontrati a Montecitorio giovedì sera. Quasi per caso, come sostiene Pier Ferdinando Casini. Però si è trattato di un incontro durato oltre mezz'ora. Il segno, quanto meno, di un clima disteso tra i due. Tanto che lo stesso Casini ha tenuto a precisare: «Erano tre anni che non parlavamo insieme così a lungo». Un incontro, quello col Cavaliere, che era arrivato al termine di una giornata serrata di abboccamenti per Casini. Il leader dell'Udc si era già intrattenuto a lungo con Raffaele Fitto e Denis Verdini, per immaginare gli scenari futuri di un dopo voto per il Colle. E su un punto i due schieramenti (Scelta civica e Pdl) sembrano aver ritrovato un'unica voce: la bocciatura della candidatura monocolore di Prodi, estratta fuori alla fine della terza votazione dall'assemblea dei grandi elettori del Pd come ultima risorsa utile per tenere unito il partito. Un'idea quantomeno sciagurata secondo Casini. «Se, dopo l'elezione dei presidenti di Camera e Senato, il Pd avesse fatto l'en plein con l'elezione di Prodi al Quirinale, avrebbe poi dovuto fare i conti con il rischio urne - ha spiegato Casini ai microfoni di La7 replicando a Mentana - Un esame che difficilmente il partito di Bersani avrebbe passato. Bisogna essere coerenti - ha concluso il leader dell'Udc - e dare al Paese un presidente che unisca e non favorisca le divisioni, non ne faccio una questione personale».

D'altronde sono in tanti a ribadirlo. L'identikit del futuro presidente della Repubblica deve avere almeno una caratteristica irrinunciabile: la capacità di attrarre consenso e unire i partiti piuttosto che dividerli. E secondo Monti e i grandi elettori di Scelta civica Anna Maria Cancellieri ha questa qualità, come hanno dimostrato, alla quarta votazione, i nove voti in più rispetto a quelli del partito che l'ha indicata come candidato. «La Cancellieri - spiega Monti - ha dimostrato di attrarre il consenso di altre forze politiche. D'altronde è una personalità che unisce e non divide; sa avvicinare le istituzioni ai cittadini, indipendente dai partiti e perciò in grado di essere garante, autonoma da ogni potere economico o finanziario; servitore dello Stato che si è distinta nella lotta all'illegalità». Sulla bocciatura di Prodi Monti non ha dubbi. «È il metodo che divide». Nulla da dire invece sulla persona. «Ho lavorato con lui per cinque anni alla Commissione europea e quindi ne conosco e riconosco il valore».

Ora la coppia Monti-Casini ha ritrovato un obiettivo possibile e lo stato maggiore di Scelta civica ha già in programma due incontri: uno con Silvio Berlusconi in persona, ieri sera a Palazzo Chigi, e uno con il partito di Bersani, forse oggi prima del voto, per provare a far convergere i voti sul ministro dell'Interno.

D'altronde devono cavalcare l'onda di un ritrovato protagonismo visto che ieri sera lo stesso Casini era tra i politici più interpellati dai giornalisti tv.

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