C’è un Leoluca Orlando che gronda sudore, a tratti affannato, che «io sono candidato» lo dice in una decina di lingue, dall’inglese al giapponese, dal tedesco al siciliano, ma trascura l’aramaico, l’idioma che sbandierava per dire la grande bugia prima delle primarie: «Ve lo canto in aramaico: io non sono candidato». C’è un Leoluca Orlando magro e più giovane di quello sul palco (foto vecchia o potenza del Photoshop?) che va incontro alla platea dal manifesto, muovendo un passo in avanti e rassicurando: «Il Sindaco (maiuscolo, cioè lui, «Luca-Luca-Luca», il sindaco per antonomasia) lo sa fare».
E ci sono, anche se non si vedono, a mo’ dell’ombra di Banquo nel Macbeth, altre due entità incombenti, nel cinema-teatro scelto dal portavoce di Idv per il primo bagno di folla post-annuncio della candidatura: il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, che nel question time di qualche giorno fa, ha detto che sì, a Palermo i problemi finanziari sono pesanti, ma che lei non ha poteri per rinviare le elezioni e commissariare perché ogni decisione, potenza dell’autonomia, spetta alla Regione siciliana; e Raffaele Lombardo, il governatore siciliano cui lo scudo dell’alleanza a sinistra non è bastato per evitare l’accusa di collusioni mafiose e che ha giurato che, in caso di rinvio a giudizio (si deciderà prima del 6 e 7 maggio), si dimetterà.
Ed è proprio nel “muoia Sansone con tutti i Filistei” di Lombardo che potrebbe inserirsi la partita amministrative di Palermo: il governatore Mpa, prima di mandare a casa se stesso e il Parlamento siciliano, potrebbe anche decidere di commissariare Palermo e addio elezioni.
Fantapolitica? Forse. Ma che l’ipotesi di un rinvio del voto a Palermo non sia peregrina lo ha avallato, qualche giorno fa, l’intervento alla Camera del ministro Cancellieri, che rispondendo a un’interrogazione ha confermato «la grave situazione» in cui versano le casse del Comune. La titolare del Viminale ha precisato di aver disposto «accertamenti mirati», ma ha ricordato che il governo nulla può fare, perché «lo Statuto speciale di autonomia della Sicilia attribuisce a quella Regione la competenza esclusiva in materia di enti locali». Insomma, deve pensarci Lombardo. Cui però nel frattempo è piovuta in testa la scure dell’imputazione coatta per concorso esterno in associazione mafiosa, con relativo rischio dimissioni. Se questa ipotesi dovesse verificarsi, la Sicilia potrebbe ritrovarsi ad andare a elezioni anticipate per la Regione già a ottobre. E a questo punto fare dopo quella scadenza le amministrative a Palermo farebbe comodo a tanti.
Si vedrà. Intanto la campagna elettorale va avanti. The show must go on, lo spettacolo deve continuare. E che show, quello che Orlando, smessi ma non troppo i panni da “furioso” per indossare quelli dell’istrione, ha messo in scena per il suo ennesimo debutto sul palco di Palermo. Dalla trovata dell’«io sono candidato» multilingue (ma il british: «I’m running for the good of the citizens of Palermo», corro per il bene dei cittadini di Palermo, fa inorridire i sudditi di Sua maestà e qualsiasi insegnante di inglese) al gran finale che va al cuore di ogni palermitano, il «viva Palermo e Santa Rosalia», tradizionale formula augurale che durante il Festino, la festa della santa patrona, il primo cittadino rivolge alla protettrice della città.
È un Orlando in versione buonista, quello di scena. Niente attacchi al suo ex pupillo, l’ex Idv, candidato del Pd, Ferrandelli, il suo avversario principale. Basta liti sui brogli alle primarie: «Non faccio più polemiche su questo argomento». E no comment sui guai giudiziari di Lombardo: «Non sparo sulla Croce rossa». Stoccata al Fli Italo Bocchino: «Chi considera minestra riscaldata l’esperienza e la competenza forse dovrebbe tornare a scuola». In tutto un’ora il suo programma, un libro dei sogni che include Palermo capitale della cultura 2019. Per ora i palermitani devono accontentarsi di essere in una capitale, sì, ma dell’emergenza rifiuti.
Fuori dal cinema che incorona Orlando ri-sindaco campeggia il titolo del film in
programmazione: «È nata una star?», la commedia che parla di due genitori che scoprono che il figlio è un pornodivo. Ma la frase si adatta perfettamente all’evento politico, l’Orlando in scena: ex star sul viale del tramonto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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