Ecco l'ultima tegola per il Pd: Chiamparino indagato lascia

Da ieri sera il vertice del principale azionista della maggiore banca italiana è in crisi. Sergio Chiamparino, presidente della Compagnia di Sanpaolo, primo socio di Intesa, ha annunciato le sue dimissioni.
L'ex sindaco di Torino aveva appreso di essere indagato dalla procura del capoluogo piemontese in un procedimento che riguarda la gestione dei locali dei Murazzi, sul lungo Po. I pubblici ministeri gli hanno fatto avere un avviso di garanzia. L'ipotesi di reato è l'abuso in atti di ufficio. Tanto è bastato a Chiamparino per annunciare che lunedì darà le dimissioni dalla Compagnia, mettendo a disposizione del consiglio generale il mandato di presidente.
«Oggi mi è stato recapitato un avviso di garanzia per fatti risalenti al periodo del mio precedente incarico di sindaco», ha comunicato Chiamparino, dicendosi poi «sereno e pronto a collaborare con la magistratura, convinto come sono di aver sempre cercato di perseguire l'interesse generale della città. Rendendomi tuttavia conto dei possibili danni reputazionali che questa vicenda potrebbe arrecare alla Fondazione e per tenerla al riparo da questioni ad essa totalmente estranee, rimetterò il mio mandato». La pronta reazione di Chiamparino sarebbe stata molto apprezzata in Fondazione e considerata un atto non dovuto. Per questo, secondo fonti locali, il consiglio generale è orientato a respingere le dimissioni. Si vedrà.
Di certo l'ambiente intorno a Banca Intesa torna nella bufera: a un mese dalle clamorose e improvvise dimissioni dell'ad della banca milanese Enrico Cucchiani, ora arriva la tegola sulla Compagnia torinese. Come noto, Intesa Sanpaolo è gestita sugli equilibri tra Milano e Torino: nel capoluogo lombardo ha sede la Cariplo, azionista con il 4,7%; mentre sotto la Mole la Fondazione guidata da Chiamparino ha più del doppio delle azioni: il 9,8%. Tuttavia le grandi decisioni, dalla fusione tra Intesa e Sanpaolo del 2006 fino a oggi, sono sempre state sbilanciate verso l'asse tra Giuseppe Guzzetti, 79enne presidente di Cariplo, e l'81enne Giovanni Bazoli, da sempre presidente e king maker del gruppo. Non a caso i maldipancia torinesi sul peso esercitato a Milano, considerato ben inferiore alle azioni possedute, sono iniziati nel 2006 e mai sopiti. Chiamparino ha rappresentato una svolta: personalità forte, è stato nominato proprio per controbilanciare l'asse Guzzetti-Bazoli. Al punto che, soprattutto dopo il fallimento della scelta Cucchiani, fatta a Milano, si da per certo che il prossimo presidente di Intesa, il primo del dopo-Bazoli, nel 2016, sarà una scelta della Compagnia.
Per questo è importante capire cosa succederà adesso. O, più facilmente, nei prossimi mesi: nessuno ieri a Torino credeva nelle dimissioni di Chiamparino dalla Compagnia. Non prima di aver preparato per bene la successione con un personaggio in grado di raccoglierne l'eredità nella prospettiva appena esposta. Anche perché la permanenza dell'ex sindaco in fondazione era comunque data per temporanea, essendo considerato una risorsa per il Pd in cerca di identità. Si era parlato di lui per la segreteria; per un ministero; e si continua a farlo per la possibile candidatura alla Regione Piemonte nelle Regionali del 2015.


In ogni caso per il Pd piemontese e non solo, l'incidente di ieri andrà gestito con grande attenzione. Il controllo della Compagnia, faticosamente raggiunto, non può certo essere dilapidato così all'improvviso. E, di conseguenza, anche l'influenza, presente e soprattutto futura, di questa su Intesa Sanpaolo.

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