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Ecco la battaglia di civiltà del Pd: fermare il nuovo Monòpoli (non è uno scherzo)

Sette deputati democratici all'ambasciatore americano: "Il nuovo gioco da tavolo è diseducativo: pacchetti azionari al posto degli immobili ed è scomparsa la prigione"

Ecco la battaglia di civiltà del Pd: fermare il nuovo Monòpoli (non è uno scherzo)

Premessa: non è uno scherzo. Scusate, ma è un avvertimento necessario. Perché, leggendo questa notizia, il dubbio che si tratti di una burla o sia il frutto di un colpo di sole agostano è più che legittimo. Invece è tutto vero. Purtroppo. Da Largo del Nazareno al Parco della Vittoria. Che non è uno spazio verde su cui si è accanita un'amministrazione democratica. E' proprio il Parco della Vittoria, quello che si raggiunge dopo un tiro di dadi giocando al Monòpoli. E che, probabilmente, ai dem ricorda orribilmente Arcore. Perché la nuova crociata del Partito Democratico è contro il Monòpoli. L'accento non è sbagliato, stiamo proprio parlando del popolare gioco da tavolo. Questi prendono sul serio anche i giochi. Nei marosi della crisi, nelle temperie di un agosto sul bordo della crisi di governo la priorità è il Monòpoli.

Nella venticinquesima pagina del Corriere della Sera di oggi, di piede, compare una irresistibile missiva siglata da sette parlamentari del Pd (di fede renziana) e indirizzata all'ambasciatore degli Stati Uniti. Riportiamo tutti i nomi perché è giusto tributare loro i meriti di questa storica battaglia: Michele Anzaldi, Marina Berlinghieri, Matteo Biffoni, Luigi Bobba, Lorenza Bonaccorsi, Federico Gelli ed Ernesto Magorno. Sono gli eroi che intimano a Obama di "fermare il nuovo Monopoly perché inneggia alla finanza irresponsabile". I deputati, dopo aver citato crisi, mutui subprime, finanza ed economia vanno dritti al punto: "In questi giorni, e contraddicendo la chiave etica del Presidente, l'azienda statunitense Hasbro starebbe per lanciare la nuova versione dello storico gioco da tavolo Monopoly". Ecco il nodo geopolitico che angustia e fa contorcere le budella ai democratici: la nuova versione del Monopoli. Perché non è abbastanza comunista. Anzi è orribilmente capitalista. C'hanno messo anni a digerire la deriva palazzinara degli acquisti immobiliari e adesso gli vogliono scombinare tutto con la finanza. Quella no. "Stavolta - prosegue l'infuocata reprimenda - le tradizionali proprietà immobiliari sono sostituite da pacchetti azionari di grandi multinazionali. Si passa dall'acquisto di immobili alla speculazione in Borsa".

Provate a immaginare il riso irrefrenabile che deve aver travolto come una valanga l'ambasciatore americano quando ha aperto la busta. Ma andiamo avanti, perché il meglio deve ancora arrivare. "Inoltre - proseguono con apprensione i deputati pd -, novità decisamente preoccupante, sarebbe stata abolita la casella della prigione". Ohibò. Eccoci, siamo pure al giustizialismo ludico. "E' un gioco che da generazioni alfabetizza i giovani sui meccanismi del libero mercato - ammoniscono con piglio taliban i democratici - e torna ad esaltare la turbo economia che ha aperto la crisi finanziaria 2008 con il messaggio diseducativo che, in caso di violazione delle regole, non si viene nemmeno puniti". Insomma cresceranno tutti piccoli Madoff. Che è un po' come dire che il Monòpoli tradizionale è la bibbia degli speculatori edilizi. Oppure, come ha ironizzato Marco Agnoletti portavoce di Renzi, "aboliamo la battaglia navale: fomenta i guerrafondai" o ancora "abolito il gioco dell'oca: gli animali non sì sfruttano!".

Al termine della lettera c'è anche un accorato appello: "Ci permettiamo di chiederle se non sia il caso di valutare eventuali provvedimenti delle autorità competenti o comunque una posizione critica sul nuovo Monopoly, gioco distribuito in tutto il mondo e quindi anche in Italia". E' la guerra fredda dei giochi da tavolo. E gli americani sono sempre i soliti sporchi capitalisti. Ora a

538em;">ttendiamo petizioni e raccolte firme per due grandi battaglie di civiltà e democrazia: allargare vicolo Stretto e allungare vicolo Corto.

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