"Effetto '94" per Forza Italia: riparte già dal 21%

I sondaggi: stessi consensi delle origini. Pronta la mappa dei coordinatori regionali

"Effetto '94" per Forza Italia:  riparte già dal 21%

Roma - Forza Italia riparte dalle origini. Dal simbolo del '94, dal tentativo di mobilitare e coinvolgere l'entusiasmo della base attraverso circoli e club. E curiosamente dalla stessa percentuale di allora: il 21%.

Sono passati quasi 20 anni dal battesimo della prima creatura politica di Silvio Berlusconi. E nonostante il passare del tempo e le mille traversie i consensi sembrano essersi stabilizzati sui livelli della prima prova elettorale. Venerdì, a farlo notare sul suo blog è stato Luigi Crespi. Il sondaggista-comunicatore, incrociando 5 sondaggi, invitava i celebratori seriali di funerali politici anticipati a stare in guardia perché il leader di Fi può ancora contare sulla stessa percentuale del 27-28 marzo del 1994, quando il partito azzurro sorprese tutti conquistando 8.136.135 voti pari al 21,01%. Forza Italia superò di 300 mila voti i Ds (20,36%), battendo in coalizione la «gioiosa macchina da guerra» di Achille Occhetto. Da allora si è proceduto tra alti e bassi. Nelle quattro prove alle Politiche a cui ha preso parte da sola, Forza Italia ha oscillato tra il 20,6% (1996) e il 29,43% (2001). Nelle Europee nel 1994 il 30% (30,61%); nel '99 il 25,2%) e nel 2004 il 20,1%. Peraltro secondo le rilevazioni gli elettori credono alla continuazione della carriera politica di Berlusconi. Quasi il 70% è convinto che rimarrà sulla scena, una convinzione che sale al 91% tra chi ha dichiarato di voler votare Forza Italia. Senza dimenticare che in questo momento unendo i consensi delle forze che gravitano in quell'area, il centrodestra sarebbe saldamente in testa, con 4-5 punti di vantaggio.

«Di fronte alla decadenza l'elettorato si è compattato attorno a lui» spiega Antonio Palmieri, responsabile Comunicazione elettorale e internet. «Inoltre il 21% di oggi vale più di quello del '94. Innanzitutto perché c'è stato un ricambio tra gli elettori che sono scomparsi e i neodiciottenni, un ricambio di circa 10 milioni di elettori. E questo dimostra che Berlusconi è intergenerazionale, un'icona che resiste all'usura del tempo. Inoltre Berlusconi ha retto in un contesto in cui nel '94 votare era percepito come un dovere, oggi come una possibilità. Tanto che il sistema è diventato sostanzialmente quadripolare: centrodestra, centrosinistra, Grillo e l'astensione». Sondaggi a parte, Fi lavora anche per il restyling interno e una accelerazione è in corso sulla nomina dei nuovi dirigenti. L'intenzione di Berlusconi è quella di creare uno schema parallelo: da una parte il partito, con figure di riferimento sul territorio circondate da snelle strutture collegiali; dall'altra i club affidati a Marcello Fiori. Sul suo tavolo da alcuni giorni c'è una proposta per la definizione del nuovo comitato di presidenza. Ieri ne ha parlato con Denis Verdini e presto arriverà il primo organigramma. Vicina anche la definizione della mappa dei nuovi coordinatori regionali. I nomi più probabili sono Gilberto Pichetto Fratin per il Piemonte; Sandro Biasotti per la Liguria; Vincenzo Gibiino per la Sicilia; Giuseppe Galati per la Calabria; Sandra Savino per il Friuli; Cosimo Latronico per la Basilicata; Anna Maria Bernini per l'Emilia Romagna; l'ex olimpionico di sciabola, Marco Marin in Veneto; per l'Umbria sono in corsa un dirigente con un forte radicamento sul territorio come Pietro Laffranco e l'imprenditrice Catia Polidori.

Nel Lazio la partita è tra Francesco Giro e Francesco Aracri anche se scenderanno in campo di supporto gli stessi Maurizio Gasparri e Antonio Tajani. Infine ieri Clemente Mastella, da Benevento, ha annunciato la «scelta umana e politica e la sua adesione a Forza Italia».

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