Federico II: «È ingiusto In oncologia siamo leader»

«È la solita storia contro la Sanità del sud. Si contesta tutto quello che viene fatto qui. Molti dei nostri ospedali non hanno nulla da invidiare a quelli del nord. E vi dirò il perchè».
Il professor Claudio Fazioli, responsabile del reparto di ortopedia oncologia dell'Istituto per la cura dei tumori di Napoli, non ci sta. E contesta, «prove» alla mano, la classifica stilata da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari delle regioni), che vede la Campania ultima in classifica e in particolare il Policlinico Federiciano.
«Abbiamo un ospedale, in campo oncologico, dove operano delle eccellenze, come il Pascale, che conosco bene. Abbiamo delle eccellenze in vari campi, come l'ortopedia oncologica, il melanoma, la chirurgia dei tumori del retto. Ma, non è tutto».
Esiste un campo dove può dire che la Sanità campana sia perlomeno tra le prime?
«Certo, ad esempio, abbiamo una chirurgia computer assistita con un sistema denominato “da Vinci“ che fa si che la chirurgia sia estremamente precisa. Il computer, in sostanza, ci assiste nelle manovre più delicate. Parliamo di una macchina costosa e, siamo tra i pochi ospedali ad averla. Da noi si eseguono i trapianti di osso da cadavere, alta chirurgia che viene eseguita in pochi ospedali al mondo'.
Oltre al Pascale conosce altre realtà di eccellenza?
«Sì, siamo all'avanguardia nella ricerca sia di base che traslazionale. Siamo all'avanguardia in Campania per la chirurgia della spalla dove c'è il primario, Raffaele Russo, che ha sviluppato tecniche chirurgiche seguite in tutta Europa. Oppure, al Cardarelli è attivo un reparto di Ematologia, coinvolto in protocolli internazionali. E, sempre al Cardarelli con il Professor Fulvio Calise che si occupa di trapianti di fegato».


Come nascono allora, secondo lei queste classifiche che condannano la Campania a fanalino di coda della Sanita nazionale?
«Non saprei dirlo. Ad esempio secondo lo “sportello cancro“ del Corriere siamo terzi. Un altro giorno, invece, per altri giornali, siamo ultimi. Ma, io non ci credo».

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