Figli, disoccupati e Imu I tabù del nuovo bon ton

Ormai non si può più chiedere: "Che lavoro fai?", si rischia la figuraccia. Occhio anche a parlare di tasse e a confondere i papà "anziani" coi nonni

Figli, disoccupati e Imu I tabù del nuovo bon ton

Non vantatevi di avere un amico in politica, è una figuraccia assicurata. Evitate anche di fare battute sulla culona Merkel a cena con signore sovrappeso. Non lamentatevi dell'Imu se siete in fila al check-in per le vacanze a Dubai mentre frugate in una Kelly, non solo perché potreste trovarvi il microfono in bocca di una di quelle inviate stronzette dei servizi pubblici televisivi italiani, ma perché in generale non sta bene.

Insomma, i tempi cambiano e cambiano le gaffe e di conseguenza il galateo, e in tempi di crisi economica bisogna prestare ancora più attenzione. Per carità, sull'Imu è facile scivolare: se te ne lamenti troppo significa che hai troppe case, se non la paghi ci fai la figura del barbone, ma in ogni caso le nuove gaffe sono innumerevoli e insidiosissime. Un tempo «che lavoro fai?» era una domanda normale, di routine, oggi bisogna stare attenti. Magari uno è disoccupato, cosa molto probabile, e non è una bella cosa da chiedere così a bruciapelo, lo metti in difficoltà.

Oppure è un esodato, peggio ancora. A me non è mai successo di trovarmene uno di fronte faccia a faccia, ma ci penso sempre: metti mi capita di chiedere a qualcuno «cosa fai nella vita?» e lui mi risponde «Sono un esodato», come mi comporto? Dico «Uhm, ma dài» e poi? Come faccio a cambiare discorso? Oppure come lo continuo? Magari sono io a drammatizzare perché mi hanno così suggestionato con la storia degli esodati, penso sempre siano tipo dei deportati chissà dove, o degli infetti, insomma non ho proprio idea di cosa significhi vivere da esodato, e per sicurezza non li frequento.

Certo, il signor ministro la Fornero non è da prendere come esempio di bon ton da crisi: se le è uscito «choosy» in pubblico chissà in privato quante ne spara, chissà in famiglia cosa non le esce. Tipo a un parente gli amputano una gamba, arriva la Fornero, sbuffa e gli dice «Oh, darling, non essere fussy», a significare di non farla tanto lunga, ti resta l'altra e hanno inventato le stampelle. Per incoraggiarlo gli dà una pacca sulla spalla e quello rotola giù dalle scale, perché non è abbastanza softy.

Tra l'altro in Italia a forza di parlare di giovani, choosy o non choosy, è facile che un ragazzo di vent'anni abbia cinquant'anni, abbia studiato ingegneria spaziale e invece lavora in un'agenzia immobiliare o non lavora per niente, e non puoi mica domandargli cosa farà da grande. Per non rischiare meglio domandare cosa faceva da piccolo, tra i cinque e i quarantanove.

Tanto la vita media si è allungata, specie se fai la dieta Veronesi dei cinque colori di verdura al giorno, e di conseguenza però si è allungata la disoccupazione media, tra meno di un decennio avremo gli ospizi pieni di bamboccioni senza pensione.

A proposito di età siate accorti nel non dire al piccino di una vostra amica il primo giorno di scuola «Ti ha accompagnato il nonno?», perché magari ti risponde «Veramente quello è il mio papà». Tenete a mente che se prima non si chiedeva un'età a una signora, adesso neppure a un signore, la cosmesi e la chirurgia estetica, dal fondotinta al botox al bisturi, sono ormai bisex.

Per le stesse ragioni non rispondete mai alla domanda «Quanti anni mi dài?», è una domanda trabocchetto. L'altro giorno Tina Cipollari a Uomini e donne si è rivoltata come una biscia perché una le ha detto «li porta benissimo gli anni che ha» e lei: «Ah scusa, quindi significa che se li porto bene allora li ho?». Io sarei in seria difficoltà con una come la Cipollari, quanti anni avrà? Dai quaranta portati bene ai sessanta portati male. Voi tenetevi sempre bassissimi con chiunque, date il diciotto politico.

Inoltre considerate un'altra cosa: grazie ai progressi della scienza l'età procreativa non ha età, tantomeno il sesso o le malattie senili, per cui se capitate a cena con Carmen Russo non uscitevene con un «Ma come, ancora non sei in menopausa?», tantomeno vi scappi con Gianna Nannini «Ma come, non eri lesbica?». Di prostata parlate serenamente a casa di Giampiero Mughini e Toto Cutugno, che l'hanno presa bene, e non di Berlusconi, al quale un po' gli girano ancora.

Infine sappiate che il concetto di famiglia è cambiato. Se invitate a cena uno scrittore come me e gli dite «Vieni con chi vuoi» io mi presento con fidanzata, fidanzato, cane e da poco perfino una figlia, per sposarmi dovrei andare in Brasile, comunque sia informatevi prima.

Se siete a cena con amici raffinati evitate le gag su Berlusconi, sono decisamente out, mentre fatele pure senza problemi se siete a cena con Travaglio o Santoro, sono decisamente out.

Ultimissima raccomandazione: se per caso vi capita di incontrare Raffaella Fico con il baby al supermercato, non congratulatevi con lei per la nobile scelta di aver adottato un negretto del Terzo mondo.

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