Il Fisco ci strangola e Beppe Grillo trionfa

È la logica degli elettori del comico: i partiti ricchi di soldi pubblici non hanno il diritto di alzare le tasse

Il Fisco ci strangola e Beppe Grillo trionfa
Si spera che adesso, dopo l’uragano elettorale, i parti­ti cambino linea, altrimenti saranno spazzati via dalla prote­sta popolare; e l’Italia, archiviata la Seconda Repubblica, non sarà in grado di costruire la Terza.L’analisi del vo­to sarà fatta con calma da tutti nei prossimi giorni. Ma il primo da­to emerso dalle urne è talmente importante da meritare una chiosa. Le forze politiche che hanno appoggiato e appoggiano il governo delle tasse sono state castigate dai cittadini: il Pdl e il Pd sbandano e finiscono fuori strada; il cosiddetto Terzo polo rivela la sua drammatica inconsistenza. È pur vero che si è trattato di sce­gliere amministratori di enti loca­li, ma il clima politico generale ha influito sui risultati. Questo è evi­dente. Infatti, il movimento che ha ottenuto il successo più netto, direi impressionante, è stato Cinque stelle, il cui leader Beppe Grillo, un comi­co, a forza di far ridere, di essere deriso, snob­bato e sottovalutato, ha fatto breccia nel cuore dei cittadini bisognosi di qualcuno che interpreti i loro malumori e organizzi una prote­sta efficace contro i professionisti della politica decadente. Cinque stelle ha mietuto consensi in abbondanza, e non è un caso. La gen­te non è stupida: si è rassegnata a sop­portare i sacrifici imposti da Ma­rio Monti e dalla maggioranza, ma quando si è accorta che l’ese­cutivo (e la sua maggioranza) pretendeva rigore da tutti tranne che da sé medesimo, incapace di tagliare la spesa eccessiva all’ori­gine del deficit e del debito pub­blico, si è ribellata. E ha sposato in massa le tesi suggestive di Gril­lo, nella convinzione sia giusto distruggere il sistema che ha ri­dotto male il Paese. D’altronde, non aveva alternative per far ca­pire all’apparato che così non si può andare avanti.

Il ragionamento di numerosi elettori sarà rozzo, ma non fa una piega: se i partiti rubano, e conti­nuano a percepire rimborsi mostruosi dallo Stato per una attivi­tà che non comporta esborsi di pari entità, non hanno titoli per strangolare col fisco le famiglie. Argomento inoppugnabile che ha consentito al comico di sfon­dare. E ora saranno guai. Se la tendenza in Italia è questa e do­vesse accentuarsi, l’anno prossi­mo, quando si tratterà di rinnova­re il Parlamento, Pd, Pdl, Terzo polo eccetera cederanno a Cin­que stelle altri suffragi. E allora che si farà?

Occorre aggiungere che le con­sultazioni, per quanto amministrative, hanno seguito la traccia greca e francese: un rifiuto netto sia dell’euro sia dell’Europa (considerata ormai una gabbia da cui liberarsi in fretta), mentre Monti dà l’impressione di agire soltanto per compiacere i poteri europei, infischiandosene dei connazionali alle prese con una crisi senza uscita, vista l’impossibilità per la nostra economia, uc­cisa nella culla dal fisco, di crescere.

Se, infine, si tiene conto che la Bce non stampa moneta, come faremo a immettere

liquidità sul mercato? Come faremo a competere sul piano internazionale con i nostri costi del lavoro? Co­me faremo a incrementare i con­sumi interni se le imposte falcidiano Con queste premesse, Grillo andrà in carrozza.

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