
Eppure i numeri diffusi già nel primo pomeriggio dal ministero dell’Istruzione e del merito avevano subito fatto pensare che qualcosa non era andato come prevedevano i sindacati. Mostrando un’adesione inferiore rispetto a due settimane fa: solo il 7,82 per cento di docenti e personale Ata ha scelto di scioperare, quando la rilevazione dell’adesione aveva completato quasi 6 scuole su 10.
Un flop. Che fa dire al deputato leghista e capogruppo del Carroccio in commissione Cultura, Rossano Sasso, che «la scuola ha bocciato la Cgil». Anche la sottosegretaria Paola Frassinetti ricorda che sono i dati a certificare l’insuccesso.
Il sindacato prova a difendersi, a manifestazioni in pieno svolgimento in tutte le città d’Italia, proprio con i numeri delle piazze: un P 4 milione, anzi due milioni, macché flop, un successo. Poi arriva una nota della Cgil che entra nel merito delle percentuali e azzarda: «L’adesione media nazionale allo sciopero generale si attesta intorno al 60 per cento». Ma provvede il ministro per la Pa Paolo Zangrillo a gelare gli entusiasmi: l’adesione, almeno nel comparto pubblico, è stata inferiore e di tanto alla precedente mobilitazione per Gaza, due lunedì fa, fermandosi ad appena il 7 per cento contro il 9,29, e con punte in basso inferiori al 2 per cento nella sanità. Un disastro, considerato che quel giorno l’Usb era in campo da sola. «I dati rilevati alle 19 – commenta Zangrillo - parlano di una partecipazione allo sciopero che tra i dipendenti pubblici si ferma complessivamente al 7. È inoltre probabile che, guardando la serie storica dei precedenti scioperi, la partecipazione sia inferiore. È giusto, infine, sottolineare come in comparti fondamentali per i servizi ai cittadini il dato sia stato decisamente più basso, come rileva l’1,77% della sanità».
Non una mobilitazione al di sotto delle attese, ma un clamoroso insuccesso.