Interni

"Follia pura". Conte difende il reddito di cittadinanza e attacca il governo

Giuseppe Conte difende a spada tratta il reddito di cittadinanza e si scaglia contro Giorgia Meloni: "Vuole distruggere l'ascensore sociale"

"Follia pura". Conte difende il reddito di cittadinanza e attacca il governo

Il governo di centro destra ha mantenuto la promessa fatta con i propri elettori. Le modifiche al reddito di cittadinanza alla fine sono arrivate: sparisce l’offerta di lavoro “congrua” e il sussidio si cancella anche ai giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni che non hanno terminato il percorso scolastico. Giuseppe Conte, eterno difensore del reddito grillino, non ci sta e spara a zero sul governo.

L'affondo di Giuseppe Conte

Il leader del Movimento 5stelle, intervenendo a margine dell’Assemblea della Coldiretti, è su tutte le furie. “L’ultimo affondo è di questa notte, con l’emendamento Lupi. Guardate che non riguarda il reddito di cittadinanza – spiega Conte – dire che le persone che sono più indigenti riguarda tutti”. E aggiunge: “Riguarda un ingegnere che ha lavorato per anni e deva andare a fare il lavapiatti da tutt’altra parte dell’Italia”. Un insieme di luoghi comuni e banalizzazioni, strumentali solo per difendere a spada tratta un sussidio che non è riuscito nell’intento di reintegrare i giovani disoccupati nel mondo del lavoro.

L’affondo di Conte contro l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni è totale. Ma il leader penta stellato non si ferma qui e arriva ad accusare il governo di volere “distruggere l’ascensore sociale”. Un tema, tra l’altro, molto caro a Fratelli d’Italia e a Giorgia Meloni in particolare. “Dire che i più indigenti devono accettare qualsiasi proposta significa distruggere l’ascensore sociale, siamo alla follia pura. Al leader del M5S non convince nemmeno l’emendamento del governo che cancella l’assegno grillino per i giovani che non hanno terminato il percorso scolastico obbligatorio. “Attenzione – esordisce Conte – i ragazzi che hanno avuto un diasgio sociale e sono vissute in famiglie diagiate non potendo terminare il percorso di studio, invece di essere quelli che vengono aiutati, vengono abbandonati a se stessi”.

La stretta sul Rdc

Giuseppe Conte, prima o poi, dovrà farsene una ragione. Giorgia Meloni l’ha detto più volte: “Non si può mettere sullo stesso piano chi può lavorare e chi non può”. La coalizione di centro destra ha ricevuto un mandato elettorale fondato su queste specifiche promesse e le modifiche previste nella manovra di bilancio vanno in questa direzione. Gli emendamenti in commissione sulla Legge di Bilancio 2023 disegnano il quadro del nuovo aiuto. Viene soppressa la parola “congrua” dal testo della norma e con la modifica approvata la prima proposta di lavoro potrà essere localizzata in qualunque zona del territorio nazionale. E chi non l’accetta vedrà l’annullamento del sussidio.

Si restringe anche la platea dei giovani percettori: a decorrere dal primo gennaio 2023 l’assegno verrà erogato solo ai giovani di età compresa 18 e 29 anni che hanno completato il percorso della scuola dell’obbligo.

Commenti