RomaLa fuga da Fli continua e anzi aumenta ad ogni flop elettorale. Alla Camera sono usciti dal gruppo in 14, al Senato il partito è sparito come gruppo autonomo, in ogni provincia si registrano addii e cambi (basta digitare su internet «Fli» e «perde pezzi» per farsi unidea), anche i pochi eletti alleuroparlamento se ne vanno (come ha fatto il deputato europeo Rivellini, in polemica soprattutto con Bocchino: «Ce ne andiamo dallillusione che rappresenta Futuro e libertà. Abbiamo eletto Fini a capo del partito, ma poi si scopre che il presidente è Bocchino»). Lultima faida interna a Fli è di massa: cento iscritti che mollano il partito. Succede nella sezione di Catanzaro, dove il coordinatore Luigi Ciambrone insieme agli altri cento militanti hanno presentato le loro «irrevocabili dimissioni» a Gianfranco Fini. Il motivo va cercato nel conflitto con il responsabile regionale di Fli, lonorevole Angela Napoli, ma la critica investe in generale tutta la gestione del movimento di Fini, che a poco più di un anno dalla sua nascita ha più problemi che voti.
«Le aspettative politiche che ci avevano indotto ad aderire al movimento voluto dal presidente Gianfranco Fini - si legge in un documento diffuso dagli ex finiani calabresi - non sono più sufficienti a indurci a rimanere in questa entità politica che con il tempo ha finito col perdere motivazioni e voglia di rinnovamento. Soprattutto nella nostra realtà calabrese tutto sembrava cambiare per poi rimanere immutato. Nessuna iniziativa realmente nuova, nessun mutamento o alternanza ai vertici si sono mai verificati: tutto si muoveva per rimanere stagnante. Non era questa laspirazione che aveva indotto tanti neofiti della politica come noi verso Fli. Si è continuato, come in qualsiasi altro partito politico, a non «buttare via niente» e non per conservare ciò che di buono cè anche nel vecchio ma solo per cecità e paura di un vero rinnovamento».
Ma i problemi non finiscono certo a Catanzaro per Fini. Siamo al punto che i giovani di Generazione futuro, cioè il movimento giovanile di Fli, chiede le sue dimissioni dalla presidenza della Camera. «Noi stiamo con Fini, ma Fini stia con noi, fuori dal palazzo» gli urlano i suoi (ancora per quanto?) giovani, che non tollerano più un leader a mezzo servizio. Oltretutto cè il problema della collocazione di Fli, che da sola vale un 3 per cento e quindi non entrerebbe neppure in Parlamento. Con chi stare e soprattutto con quale leader? Casini, anche lui terzopolista, è in movimento ed ha già pensionato il Terzo polo come un fallimento politico. Qualcuno nel Fli ha lanciato la palla a Montezemolo, che però guarda altrove.
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