Gay pride, Schlein infanga l'Italia. Lega: "Sinistra e amici Salis in gita in Ungheria, buon viaggio"

Al grido di "No pasaran", Elly Schlein ha cercato di screditare il governo Meloni dal Pride di Budapest, al quale ha partecipato con una nutrita delegazione di parlamentari italiani

Gay pride, Schlein infanga l'Italia. Lega: "Sinistra e amici Salis in gita in Ungheria, buon viaggio"
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In queesto periodo Budapest è una città bellissima e non stupisce che le opposizioni abbiani deciso di farci una gita di un weekend approfittando della vetrina che sperano il Pride possa dare loro in questo momento di profondo appannamento nella politica. Tra le delegazioni europee che hanno deciso di sfidare il divieto di Viktor Orban, quella italiana è tra le più nutrite, anche se ha dovuto fare a meno della presenza di Ilaria Salis, che dopo aver lasciato intendere che sarebbe andata in Ungheria ha preferito abbozzare e fare un passo indietro. Forse l'immunità parlamentare traballante le ha fatto cambiare idea.

"Sinistra e amici Salis in gita in Ungheria, buon viaggio", scrive la Lega. Uno sfottò in piena regola per le opposizioni, che hanno in Elly Schlein la loro frontwoman di questa escursione ungherese. Nell'immagine pubblicata dalla Lega, però, non c'è solo la segretaria del Pd perché a Budapest è volato anche il "Churchill dei Parioli" Carlo Calenda, che è arrivato in Ungheria con una delegazione del suo partito. Non si sono visti Matteo Renzi e Giuseppe Conte, ma ci sono esponenti sia di Italia viva che del Movimento 5 stelle in piazza. "Italiani al Pride di Budapest. Con Elly Schlein, Carlo Calenda, Giulia Pastorella e Federica Valcauda", si legge nella nota del senatore Ivan Scalfarotto. Il clima è proprio quello della gita scolastica di fine anno, magari del post diploma, quando gli studenti riescono a prendere il coraggio di criticare i profesori solo perché ormai sono a distanza.

Che è un po' quello che ha fatto Elly Schlein, che è arrivata fino in Ungheria per criticare il governo Meloni. In una conferenza stampa, la segretaria del Pd ha dichiarato che "nel mio Paese, in Italia si stanno bloccando leggi contro l'omofobia: dobbiamo lottare insieme. La vergogna sono gli omofobi non noi che manifestiamo". Con lei c'era la presidente del gruppo S&d al Parlamento europeo, la spagnola Iratxe Garcia Perez, e ha concluso il suo intervento con "No pasaran", parola d'ordine dei repubblicani spagnoli ai tempi della guerra civile.

L'attinenza al contesto non è pervenuta ma soprattutto la segretaria continua a chiedere a Meloni e al suo esecutivo di mettere in atto un'agenda politica di sinistra che nemmeno la sinistra rimasta a Palazzo Chigi fino a 3 anni fa ha mai attuato. Schlein sta seguendo bene le orme dei suoi predecessori, utilizzando tutte le occasioni a sua disposizione per parlar male dell'Italia all'estero, sperando di trovare un appoggio.

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