Gelmini, Versace e Carfagna mollano Calenda: "No al campo largo"

L'addio al partito fondato da Carlo Calenda di cui era vicesegretaria da ottobre 2022 e il conseguente passaggio al gruppo misto

Gelmini, Versace e Carfagna mollano Calenda: "No al campo largo"
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"Il mio percorso in Azione si conclude oggi". Mariastella Gelmini, dopo un incontro con Carlo Calenda, annuncia il suo addio al partito di cui era vicesegretaria dall'ottobre 2022 e il conseguente passaggio al gruppo misto.

La senatrice conferma "la stima e la gratitudine" nei confronti di Calenda, ma le scelte politiche di Azione, partito al quale aveva aderito nel 2022 dopo la decisioni di Forza Italia di non votare la fiducia all'allora governo Draghi, "vanno - si legge in una nota -in una direzione che non posso condividere perché significativamente diversa da quella originaria". Gelmini ha così esplicitato il suo disagio verso la decisione di Azione di entrare campo largo, ossia "un'alleanza che comprende il Movimento 5 Stelle e la sinistra di Bonelli e Fratoianni nelle tre regioni che andranno al voto in autunno". Una decisione che "mi costringe a prendere atto con rammarico che non posso rimanere", aggiunge Gelmini ricordando che la sua provenienza originaria non è la sinistra "e non intendo aderirvi adesso".

La senatrice ribadisce: "Ero e resto una moderata popolare e continuerò con linearità le medesime battaglie". Il punto di non ritorno è la scelta di appoggiare Andrea Orlando in Liguria che viene vista come "la premessa per uno spostamento di Azione verso il centrosinistra e per la costruzione di un'alleanza politica 'contro', cui - chiosa Gelmini - non intendo partecipare". L'ex ministra dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca nel quarto governo Berlusconi, secondo vari rumors, potrebbe poi traslocare verso i Noi Moderati di Maurizio Lupi.

Anche la senatrice Giusy Versace, ex forzista pure lei, ha annunciato il suo addio ad Azione a cui aveva aderito "con entusiasmo per la costruzione di un centro piu' forte, moderato e liberale". Constatato il fallimento del progetto del Terzo Polo"nonostante il buon risultato raggiunto" alle Politiche, la senatrice ha deciso di lasciare il partito di Calenda dopo aver già accettato, suo malgrado,"scelte da me non pienamente condivise che hanno portato il partito sempre piu' rapidamente verso il centrosinistra". Anche Versace parla esplicitamente di"disagio" e "disappunto" verso un'adesione del partito al campo largo anche in Liguria."Nell'incontro avvenuto con lui oggi a Roma ho approfondito tutte queste ragioni, confermandogli la stima e l'affetto che nutro nei suoi confronti e la gratitudine per la fiducia riposta in me", ha aggiunto la senatrice paralimpica riferendosi a Calenda e mettendo una pietra tombale sulla svolta a sinistra del suo ex partito."Il campo largo non può essere la mia casa; mi trovo quindi costretta, con grande dispiacere, a lasciare Azione e voglio ringraziare tutti coloro che in questi due anni hanno positivamente collaborato insieme a me", ha chiosato Versace.

In un comunicato, Carlo Calenda ha reso noto che anche Mara Carfagna ha lasciato Azione: "Rispettiamo le scelte personali ma riteniamo grave e incoerente passare dall'opposizione alla maggioranza a metà legislatura contravvenendo così al mandato degli elettori". Una pratica condannata perché allontanerebbe i cittadini dalla politica, mentre Azione intende rimanere "dove i cittadini l'hanno messa: - si legge nella nota -al centro e all'opposizione del Governo e continuerà a lavorare per costruire un'alternativa ad un bipolarismo fallimentare".

Le uscite di Gelmini, Versace e Carfagna seguono quella di Enrico Costa che ieri, dopo un incontro con Antonio Tajani, ha ufficializzato il suo passaggio a Forza Italia dove potrà continuare a condurre le sue battaglie garantiste: "Le convergenze - ha detto - sui temi della giustizia, a partire dalla separazione delle carriere, sono infatti oggettive: lavorerò al fianco di colleghi esperti e preparati con i quali il confronto costruttivo non è mai cessato”. Costa ha spiegato di aver "subito con sofferenza la frantumazione del Terzo Polo e le scelte conseguenti che hanno intaccato la terzietà di Azione" e di non poter appoggiare più lo spostamento del partito attualmente in atto verso sinistra.

"Uno spostamento progressivo dal progetto originario con un pullulare di alleanze a senso unico è per me del tutto innaturale. Non ho condiviso questo percorso e, pur rispettandolo, non posso seguirlo”, ha sentenziato Costa.

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