La caso della casa editrice "Passaggio al bosco" continua a tenere banco in queste prime ore di apertura della rassegna letteraria della piccola e media editoria "Più libri più liberi". Editori, scrittori e intellettuali di sinistra chiedono che la casa editrice di destra venga esclusa dalla kermesse, invocandone una censura che però chiedono non venga chiamata così. Un vecchio adagio ben noto secondo il quale quando sono i buoni a farla non si deve chiamare così, perché loro sostengono essere una cosa giusta e legittima. Ma guai a chiedere che sullo stesso piano venga messa una casa editrice schierata su posizioni radicali di sinistra, invece che di destra, perché allora scende in campo il "soccorso rosso" a difendere le posizioni della "Red Star Press".
Si tratta di una piccola casa editrice che, come ha spiegato Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera, in catalogo ha "tanti libri che sono filo-brigatisti, che esaltano le Brigate Rosse come la maggiore organizzazione rivoluzionaria nazionale, oltre all'esaltazione della storia dell'Unione Sovietica. Addirittura magliette che vanno da Lenin a Stalin fino ai giovani ribelli di oggi". Una casa editrice che, nonostante le sue posizioni, oltre a essere firmataria per l'appello dell'esclusione di "Passaggio al bosco", ha dichiarato che loro sono "la risposta, noi siamo effettivamente la via collettiva, popolare, democratica del paese. Il corpo estraneo sono loro. Patetici. La cosa vergognosa è che poi alla fine l'unico nome che viene fuori, come sempre, è il nostro e questa cosa qua significa additare, significa indicare un bersaglio". Il loro stand, per altro, si trova a breve distanza da quello di "Lotta comunista" e sono proprio gli esponenti rossi della "Rete dei comunisti" a scendere convintamente in campo per difendere "Red Star Press".
I comunisti si sono scagliati contro quelli che, dicono, "nel panorama politico italiano stanno salendo sul carro dell’antifascismo contro la presenza della piccola casa editrice alla fiera romana, un rigurgito che sarebbe doveroso esprimere anche contro i nazisti di stanza a Kiev, la natura dello Stato genocida di Israele o la normalizzazione dei neofascisti nelle istituzioni italiane". E citano perfino Antonio Gramsci sul fascismo ("crimine, non opinione"), sostenendo che "come tale va combattuto in tutti i luoghi, che siano scuole, università, posti di lavoro, quartieri, stand di una fiera". Omettono di sottolineare che il fascismo ai tempi di Gramsci esisteva davvero e che oggi, a 80 anni di distanza, esiste solo l'antifascismo che combatte uno spauracchio, un fantasma. "Giù le mani dalla Red Star Press, fuori i fascisti dalle fiere, dall’Italia, dalla storia. Ieri come oggi, no Pasaran", chiude la Rete dei comunisti il suo intervento.
Domani alcune case editrici tra le quali Fandango, Coconico press, Becco giallo, Playground, Momo, Caissa, Voland, Sur e la stessa Red Star Press, hanno annunciato che, a partire alle 15, copriranno i libri per mezz'ora "mettendo l'accento sul fatto che siamo contrari alle pubblicazioni" di Passaggio al Bosco.
"Per quello che mi riguarda, l'errore vero è stato far conoscere questa minuscola casa editrice, di cui nessuno conosceva l'esistenza fino a ieri, al punto da farla assaltare da una moltitudine di giovani che si sono andati a comprare i libri. Questo francamente mi disturba, se fossero rimasti nel buio che li circondava sarei stata più contenta", ha dichiarato Daniela Di Sora, fondatrice della casa editrice Voland.