Dal prossimo anno gli editori che parteciperanno a Più libri più liberi, la Fiera del libro di Roma al centro delle polemiche per la partecipazione della casa editrice Passaggio al Bosco, potrebbero dover sottoscrivere una certificazione di antifascismo. A lanciare la proposta di un "codice di autocertificazione più stretto" e la possibilità di "cambiare le regole" è il presidente della Fiera Annamaria Malato durante l'evento inaugurale. L'idea nasce a causa del dibattito che sta dividendo la cultura italiana dopo l'annuncio della partecipazione di Passaggio al Bosco a Più libri più liberi che ha portato ottanta tra giornalisti, scrittori, editori a firmare un appello per chiederne l'esclusione accusandolo di essere un editore "neo fascista". La scelta dell'organizzazione di confermare la presenza della casa editrice ha portato il fumettista Zerocalcare a dare forfait, così come il comune di Roma. Così, all'evento inaugurale, oltre al presidente dell'Aie Innocenzo Cipolletta, al presidente della Fiera Annamaria Malato, a Paola Passarelli in rappresentanza del Ministero della Cultura e all'Assessore alla Cultura della Regione Lazio Simona Baldassarre, non erano presenti rappresentanti del comune.
Nel pomeriggio è invece arrivato in Fiera il Ministro della Cultura Alessandro Giuli che è intervenuto sul tema: "Meglio contestare che censurare o addirittura assentarsi. Rispetto le scelte di chiunque: c'è chi ritiene che la Nuvola oggi sia inabitabile, non condivido ma lo rispetto". Il Ministro ha poi aggiunto che "entro fine legislatura si arriverà a una legge per il libro, siamo pronti a dialogare con il Parlamento". Già durante l'evento inaugurale il presidente dell'Aie Cipolletta ha spiegato le ragioni per cui è stata accettata la partecipazione di Passaggio al Bosco: "Come editori siamo contro ogni forma di censura. È evidente che se ci sono degli editori che commettono dei reati vanno denunciati". Diversamente "spetta ai lettori aderire o meno a un'offerta editoriale. Ma la censura no". Sulla stessa linea l'assessore alla Cultura della regione Lazio Simona Baldassarre contraria a censure "perché non possiamo fare un tribunale morale, è espressione di democrazia".
A intervenire (non si capisce bene a quale titolo) all'evento inaugurale è stato anche uno dei firmatari dell'appello contro Passaggio al Bosco, Christian Raimo, secondo cui non ci dovranno essere "mai più nazisti in fiera". Dopo il suo intervento, Annamaria Malato ha aperto a modifiche nel regolamento: "Proveremo a introdurre regole nuove. Siamo qui per confrontarci e trovare una strada insieme", la Malato ha poi aggiunto: "Mi sembra strano doverlo ribadire ma lo ripeto: la natura della Fiera è profondamente antifascista". L'Assessore alla Cultura del Comune di Roma Massimiliano Smeriglio ha invece motivato la mancata partecipazione spiegando che "se Hamas avesse fatto una proposta per fare uno spazio" a Più Libri più Liberi "e proporre un libro di Sinwar, il suo capo militare, che tipo di metro avremmo usato? Penso sia inaccettabile. Penso ci sia un limite: il nazismo, il fascismo e l'islamismo in quest'altro caso. Ed è importante che si apra una discussione per definirlo con più attenzione".
Eppure negli ultimi due anni non sono mancati gli ammiccamenti all'islam radicale da parte di vari ambienti della sinistra ed è proprio il mondo culturale di sinistra che sta deflagrando.
Se ci sono editori come Orecchio Acerbo che ha annunciato l'uscita dall'Associazione Italiana Editori e in alcuni stand è comparso il cartello "questo editore è antifascista", Luciano Canfora in merito alla partecipazione di Passaggio al Bosco ha detto che "è stata la decisione giusta, mi pare ovvio, non siamo tornati alla controriforma che aveva l'elenco dei libri proibiti. Comunque l'antifascismo da salotto fa ridere". Quasi quanto firmare le autocertificazioni di specchiata moralità.