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"Il governo deve piegarsi". La carica delle toghe per far sbarcare i migranti

Da Flick a Zagrebelsky, le toghe di sinistra premono sul governo per agevolare lo sbarco dei migranti dalle navi Ong nel porto di Catania

"Il governo dovrebbe piegarsi". La carica delle toghe per far sbarcare i migranti
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È iniziata la carica delle toghe per favorire lo sbarco dei migranti. Mentre il governo lavora per la tutela dei confini italiani ed europei, evidenziando le criticità di un sistema che grava quasi esclusivamente sul nostro Paese, la sinistra e i magistrati ideologici alimentano la propaganda buonista. I parlamentari della sinistra si esibiscono in inutili passerelle al porto di Catania, fomentando lo scontro tra le Ong e il governo. Tra loro ci sono anche le toghe che hanno preferito la carriera politica a quella dei tribunali, candidandosi per un posto in parlamento, come Giovanni Maria Flick e Vladimiro Zagrebelsky.

Parte l'assalto legale delle Ong

La Ong Humanity Sos ha depositato questa mattina per via telematica il ricorso al tribunale civile di Catania e sta preparando quello per il tar del Lazio. Lo scopo è sempre lo stesso: ottenere lo sbarco d'emergenza dei migranti a bordo della nave. Nel frattempo, sia l'equipaggio della Humanity 1 che quello della Geo Barents hanno comunicato che non lasceranno le acque italiane. Diverse Ong, anche non direttamente coinvolte in questo momento, si stanno muovendo per denunciare il decreto interministeriale. Sono già sui tavoli delle procure diversi esposti contro il governo.

L'interpretazione di Flick

Secondo Giovanni Maria Flick, il decreto sulle navi di migranti delle Ong "è contrario alla legge del mare e alla Costituzione". Così l'ex magistrato ha spiegato a la Repubblica perché, secondo lui, il governo di Giorgia Meloni sta agendo oltre i paletti della giustizia: "La Costituzione non attribuisce all'autorità pubblica il diritto di distinguere il grado di pericolo e la diversità di posizione tra chi rischia la vita. L'accoglienza in un porto sicuro è il presupposto per verificare se quelle persone possano poi essere accolte o no".

Ma come spiegato ieri dal presidente emerito della Corte costituzionale Cesare Mirabelli all'Adnkronos, "l'accoglienza da parte della Repubblica è dovuta quando ci sono le condizioni che la Costituzione prevede: qui abbiamo un fenomeno migratorio di tipo economico che non è contemplato ed esubera anche il problema specifico delle navi".

Inoltre, Flick riconosce l'importanza dello Stato di bandiera quando dice che "sul fatto che si possa fare selezioni sulle navi come pretende il governo, "forse potrebbe esserlo su navi che battono bandiera italiana e quindi sono parte del territorio nazionale. Ma non può esserlo su navi straniere". Ma lo stesso sorvola sul merito quando ignora che proprio lo Stato di bandiera determina il primo approdo e, quindi, la responsabilità di gestione dei migranti.

Zagrebelsky contro il governo

Sullo stesso piano le dichiarazioni rilasciate da Vladimiro Zagrebelsky a La Stampa. Il magistrato, giurista ed ex giudice della Corte europea dei diritti dell'uomo attacca il decreto, che a suo dire impedirebbe alle persone a bordo della nave di presentare domanda di asilo o delle altre forme di protezione internazionale umanitaria. E critica anche la decisione del governo di chiedere un'assunzione di responsabilità agli Stati di bandiera, "prima ancora che essi sbarchino sulla terraferma italiana, non ha fondamento giuridico nelle convenzioni internazionali e assume un tratto autoritario che è l'esatto contrario dell'atmosfera dialogante che potrebbe dar frutto".

Vladimiro Zagrebelsky, quindi, attacca: "Non si prova quindi soltanto sconcerto perché in uno Stato di diritto il governo dovrebbe piegarsi alle leggi, siano esse nazionali o internazionali.

Si prova anche vergogna, senza che conti il fatto che, in materia, l'Italia non sia sola a mostrare insofferenza per le leggi e per le esigenze umanitarie".

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