Politica

Grillo ha ragione discepoli, ubbidite

Beppe Grillo li ha creati e Beppe Grillo li distruggerà. Quegli eletti nelle liste del M5S che pensano di disubbidire al leader, e di andare in soccorso del finto vincitore Pier Luigi Bersani per garantirsi una lunga permanenza sul seggio, oltre a essere precoci traditori sono anche ingenui. Potranno farla franca qualche mese - forse - ma sono destinati a essere buttati fuori dal movimento e a non tornarci più. Il successo straordinario dei grillini, infatti, è dovuto alla loro eccentricità rispetto ai partiti tradizionali, invisi a una moltitudine di italiani stanchi della politica dei politicanti e desiderosi di sfasciare questo sistema pur senza sapere con quale altro sostituirlo.
Probabilmente, lo stesso Grillo ha idee confuse in proposito, però di una cosa è consapevole: se abbandona la strada maestra, che gli ha consentito di raggranellare il 25 per cento dei voti, anziché avanti andrà indietro e rischierà un forte ridimensionamento. Dato (...)

(...) che l'uomo non è stupido, non permetterà a nessuno di deviare impunemente per fare piacere al Pd.
Ciò non significa che un certo numero di grillini non sia tentato di sgarrare, e non è escluso che a Bersani riesca il giochetto di accaparrarsi alcuni dissidenti, quanti ne bastano per avere una risicata maggioranza in Senato. Quand'anche ciò accadesse, Grillo tuttavia non demorderebbe. Lo ha già fatto intendere per iscritto: «Hai votato per il M5S per fare un governo con i vecchi partiti? Allora hai sbagliato voto». Una frase che suona come un ultimatum a Bersani: smettila di corteggiarci, non cediamo alle tue lusinghe. Discorso chiuso.
È lecito non essere d'accordo con Grillo e cercare di ostacolarlo nella sua marcia trionfale, ma non gli si può dare torto sulla strategia adottata fin qui per dare forza al movimento. Una strategia semplice eppure assai efficace: contestare a 360 gradi il modello ottocentesco dei partiti, evitando con cura di trattare con essi per non dare l'impressione ai cittadini che il M5S si sia lasciato contaminare dal conformismo politico.
È nostra opinione che non tutto dei partiti sia da scartare, ma è indubbio che l'affermazione dei grillini si basa sul rifiuto totale dalla cosiddetta Casta. La loro caratteristica vincente è la voglia di distruggere e non quella di costruire: finché una larga fetta di opinione pubblica sarà ostile ai bizantinismi inconcludenti e dispersivi della politica nazionale, il metodo Grillo funzionerà allo scopo di rastrellare suffragi.
Il pericolo vero che attualmente corrono il guru genovese e i suoi adepti è l'imborghesimento spesso provocato dall'occupazione delle poltrone: una sorta di assuefazione agli agi offerti dal Palazzo. Qualche sintomo di adattamento comincia ad affiorare nel corpaccione del M5S, dal quale ci aspettavamo scintille. Invece i grillini nella presente congiuntura hanno emesso soltanto flebili sospiri, dimostrando che la loro verve rivoluzionaria si è esaurita in campagna elettorale, trasformandosi ora in pigrizia. Indossano abiti da funzionari ministeriali, si atteggiano a statisti di complemento, parlano come Giulio Andreotti negli anni Sessanta, sono più vecchi dei loro nonni.
Ha ragione Grillo a suonare la sveglia. Altrimenti anch'egli e il proprio esercito (allo sbando?) moriranno democristiani. C'è un precedente: Guglielmo Giannini e l'Uomo qualunque.

segue a pagina 4

Bracalini a pagina 4

di Vittorio Feltri

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