Le Borse stanno tentando di rialzare la testa dai minimi registrati nei primi giorni di agosto, mentre aumentava il timore che la zona euro fosse sul punto di rottura, ma restano quantomai nervose. Un contesto difficile da interpretare che rende ancora più importante rispettare quella che può essere considerata la «regola d'oro» degli investimenti: «diversificare», cioè suddividere, spalmare i propri risparmi su un numero elevato di azioni e obbligazioni per ridurre il rischio. Ecco perché il Giornale ha deciso di proporre questa bussola per imparare a orientarsi nel mondo dei fondi di investimento e utilizzarli al meglio per proteggere il capitale e cercare di farlo fruttare il più possibile.
I fondi di investimento rappresentano infatti la soluzione più semplice e a portata di mano per diversificare il portafoglio anche per chi ha a disposizione cifre modeste: è sufficiente un primo versamento di 500-1.000 euro. I fondi investono su decine o, addirittura, centinaia di titoli, pertanto anche se una delle società scelte dovesse crollare in Borsa o persino fallire (come è accaduto a Cirio e Parmalat) il risparmiatore ne risentirebbe in modo limitato. Esistono sostanzialmente tre strade per investire in fondi comuni. La prima, e più tradizionale, è quella di affidarsi a un bravo promotore finanziario o recarsi allo sportello della propria banca; la seconda è acquistarli direttamente online; la terza (adatta soprattutto per i patrimoni elevati) è quella di rivolgersi a un superconsulente indipendente (a cui va in genere riconosciuta una parcella). Chi sceglie il fai-da-te deve essere disposto a selezionare da solo quali prodotti acquistare tra i molti esposti sugli «scaffali» dei supermercati online: vi sono centinaia di fondi che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono senza commissioni di ingresso e con costi amministrativi molto contenuti. È quindi richiesta una certa esperienza, sebbene i gestori dei supermarket mettano a disposizione alcuni strumenti comparativi per selezionare i fondi più competitivi. Per contro chi si affida a un bravo promotore finanziario viene guidato passo dopo passo nella composizione del proprio portafoglio. In ogni caso, il risparmiatore deve per prima cosa individuare l'orizzonte temporale dell'investimento, ovvero l'arco di tempo durante il quale ritiene di non avere (ragionevolmente) bisogno del capitale investito.
Abbiamo pertanto chiesto agli esperti di aiutarci a miscelare quale potrebbe essere il cocktail vincente per 4 diversi orizzonti temporali, distinguendo in ognuno di questi due differenti profili di rischio. Quello «prudente» che, pur di preservare il capitale, accetta la possibilità che l'incasso finale risulti inferiore a quello che sarebbe stato ottenibile comprando un Titolo di Stato di pari scadenza. Quello «dinamico», che pur di battere il rendimento proposto da Bot e Btp, accetta un rischio maggiore e quindi la possibilità di subire delle perdite se lo scenario si complicasse ulteriormente.
6 -12 mesi: con i bond dei Paesi emergenti è possibile superare anche i Bot
Per quanti scelgono di investire a breve termineconsideriamo in questo caso un arco temporale compreso tra 6 e 12 mesi - il «Portafoglio prudente» dovrebbe prevedere per il 50% fondi di liquidità euro, per l’altra metà fondi obbligazionari euro breve termine. Un giardinetto così composto permette di diversificare su decine di titoli di Stato di tutti i Paesi della zona euro ( quali Germania, Francia, Olanda, Austria, Belgio) con scadenze brevi comprese tra i 6 e i 18 mesi: si tratta di titoli, con scadenza tra gennaio 2013 e gennaio 2014, che dovrebbero essere quasi insensibili alle eventuali turbolenze dei mercati finanziari. Il rendimento lordo atteso a scadenza dovrebbe attestarsi tra l’1,30% e l’1,40% annuo, contro l’1,80% lordo ottenibile con Bot con scadenza compresa tra gennaio e luglio 2013, ma il «giardinetto» qui proposto offre la quasi certezza di riavere a scadenza (tra gennaio e luglio 2013) perlomeno il capitale investito. Al contrario chi vuole un rendimento superiore - per la precisione il 3,60%, cioè il doppio di quanto garantiscono oggi i Bot con scadenza compresa tra gennaio e luglio 2013- può puntare su un «Portafoglio dinamico» così composto: la ricetta prevede un 50% in fondi di liquidità area euro, un 25% in fondi obbligazionari euro corporate bond euro (i prodotti del risparmio gestito che investono in emissioni obbligazionarie societarie euro) e il restante 25% in fondi obbligazionari Paesi emergenti (quelli cioè che puntano sui titoli di Stato e le obbligazioni corporate dei Paesi in via di sviluppo). Questo secondo «giardinetto» di fondi è molto meno esposto sui titoli di Stato della zona euro perché preferisce puntare sui titoli a reddito fisso delle aziende europee e sui bond governativi dei Paesi emergenti: emittenti che, in questa fase, sono più solidi e più affidabili rispetto a molti Stati del Vecchio Continente. Il rovescio della medaglia è che il rischio complessivo di questo cocktail è superiore a quello del «portafoglio Prudente»: in pratica, il sottoscrittore del «portafoglio Dinamico» potrebbe accusare, in uno scenario negativo,una perdita oggi stimabile intorno all’1%annuo.
18 - 24 mesi: al riparo dagli scossoni di Borsa Con rendimenti superiori al 6%
Per chi ha a disposizione tra i 18 e i 24 mesi per far fruttare i risparmi ed è propenso soprattutto a difendere il valore del proprio capitale, la soluzione più adatta è quella individuata dal «profilo Prudente». In particolare, gli esperti suggeriscono di impiegare il 30% in fondi di liquidità euro, un altro 30% in fondi obbligazionari governativi euro a medio lungo termine ( sono i prodotti che puntano sui titoli di Stato di tutti i Paesi della zona euro con durata superiore ai 2 anni) e un altro 30% in fondi obbligazionari euro corporate bond. Il restante 10% dovrebbe invece essere destinato a fondi obbligazionari governativi internazionali (i prodotti del risparmio gestito che investono in titoli di Stato di tutto il mondo). Un portafoglio così congegnato - che si confronta con il rendimento medio annuo lordo del 3% (ovvero 6,10% in due anni) offerto oggi dai Btp con scadenza compresa tra gennaio 2014 e luglio 2014 - dovrebbe rendere il 2,85%lordo annuo (5,8%in due anni). Anche in caso di scenario particolarmente negativo delle Borse il sottoscrittore di questo giardinetto di fondi dovrebbe però perdere solo tra il mezzo punto e il punto percentuale del capitale iniziale investito. Per coloro che puntano a un rendimento superiore al 3% lordo annuo, ecco invece il «portafoglio Dinamico ». Quest’ultimo si propone di centrare un ritorno lordo annuo del 6,1% ( praticamente il doppio di quanto garantito dai Btp di uguale durata) grazie a un mix di investimenti così composto: 10% fondi obbligazionari area dollaro Usa ( che investono in titoli di Stato e obbligazioni americane), 10% fondi obbligazionari governativi internazionali, 20% fondi obbligazionari corporate bond euro, 40% fondi obbligazionari Paesi emergenti e 20% fondi di liquidità euro. Un giardinetto così allestito dovrebbe essere meno influenzato dalle tensioni in corso sul debito sovrano della zona euro, ma espone comunque il risparmiatore a un profilo di rischio superiore a quello previsto dal «portafoglio Prudente». Infatti, in uno scenario avverso, il possessore del giardinetto Dinamico potrebbe arrivare a perdere il 2% lordo annuo, ovvero circa il 4% in due anni.
30 - 36 mesi: un mix di azioni in attesa che la bufera finisca
Dai due anni e mezzo ai tre anni, cioè fino al gennaio 2015 o al luglio 2015. Se è questo il traguardo di tempo che il risparmiatore ha in mente, allora nell’ipotesi del «Portafoglio prudente» può puntare a un giardinetto di fondi capace di realizzare un rendimento simile a quello oggi offerto dai Btp con scadenza gennaio 2015 o luglio 2015 e cioè il 3,8% lordo annuo (pari all’11,8% in tre anni). Ma, anche se i prossimi saranno altri 3 anni neri per le Borse, il rischio di perdita è contenuto all’1%-1,5% annuo. Un portafoglio così fatto dovrebbe vedere un 10% in fondi obbligazionari governativi internazionali, un 20% in fondi obbligazionari corporate bond euro, un 35% in fondi obbligazionari governativi euro medio-lungo termine, un 25% in fondi di liquidità euro e un 10% in fondi obbligazionari Paesi emergenti. Un giardinetto di questo genere dovrebbe tradursi in un guadagno del 3,5% lordo annuo, ovvero del 10,9% lordo in tre anni. Il «portafoglio Dinamico», invece, ha come obiettivo un rendimento lordo annuo del 7,8% (pari al 25,2% lordo sulla distanza dei 36 mesi). Per raggiungerlo la ricetta prevede un 15% di fondi azionari America (che investono in azioni di società Usa), un altro 15% di fondi azionari Paesi emergenti (che puntano sulle imprese dei Paesi in via di sviluppo), un 20% di fondi obbligazionari euro corporate bond, un 40% di fondi obbligazionari Paesi emergenti e il restante 10% in fondi di liquidità euro. Scommettere il 30% del totale sulla Borsa per un complessivo 30% (sommando il 15% dei fondi azionari America e il 15% dei fondi azionari Paesi emergenti) dovrebbe consentire di registrare una interessante performance alla scadenza dei 36 mesi. Tuttavia, in caso di scenario di mercato particolarmente avverso, si potrebbe ro accusare perdite di 2-2,5 punti percentuali (ovvero quasi l’8%in 36 mesi).D’altra parte è questo il rovescio della medaglia: a fronte di un rendimento atteso molto più alto rispetto ai Btp, occore accettare un grado di rischio più elevato.
Oltre 36 mesi: come strappare un rendimento più alto dei Btp
Ecco due soluzioni suggerite dagli esperti a chi può permettersi di mantenere il proprio investimento per un periodo superiore ai 36 mesi (meglio ancora se fossero 4 anni). In particolare, il «portafoglio Prudente» dovrebbe comprendere un 10% di fondi obbligazionari governativi internazionali, un 20% di fondi obbligazionari Paesi emergenti, un 20% di fondi obbligazionari euro corporate bond, un 40% di fondi obbligazionari governativi euro medio-lungo termine e il restante 10% in fondi di liquidità euro. Questo giardinetto di fondi dovrebbe riuscire a realizzare una performance paragonabile a quella attualmente offerta dai Btp scadenza luglio 2016 e cioè il 4,3% lordo annuo (pari al 18,3% lordo dopo 4 anni). Tuttavia, la diversificazione su titoli e mercati internazionali ha un prezzo: in caso di scenario molto negativo il sottoscrittore potrebbe essere costretto a sopportare una perdita lorda annua entro il 2%. Perdita che, nel caso del «portafoglio Dinamico» sarebbe superiore: per l’esattezza potrebbe arrivare, nello scenario peggiore, a toccare quota 3 punti percentuali annui. Il vantaggio, però, è che esistono ampie possibilità di mettere a segno un guadagno annuo dell’ 8,6% lordo (cioè del 39,1% in quattro anni), ovvero più del doppio di quanto garantito attualmente dal Btp che scade nel luglio 2016. Come sarebbe articolato questo «portafoglio Dinamico »? Il 20% è in fondi azionari America, un altro 20% in fondi azionari Paesi emergenti, un 10% in fondi obbligazionari euro corporate bond, un 40% in fondi obbligazionari Paesi emergenti e il restante 10% in fondi di liquidità euro.
L’esposizione sui mercati azionari al 40% renderebbe l’investimento più «ballerino» nei primi 12-24 mesi, ma dovrebbe poi consentire di realizzare interessanti guadagni sulla distanza dei 36-48 mesi. Stesso discorso per i fondi obbligazionari Paesi emergenti che, inoltre, dovrebbero assicurare una minore volatilità già dopo i 12-18 mesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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