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"Ha una posizione politica". Ora le Ong attaccano la Guardia costiera

Indispettiti dalla nota in cui la Guardia costiera rivela un sovraccarico sui sistemi causato dalle loro chiamate, ora le Ong accusano il corpo della Marina Militare

"Ha una posizione politica". Ora le Ong attaccano la Guardia costiera

L'ong Sos Mediterraneé, che arma la nave Ocean Viking, punta il dito contro la guardia costiera, un corpo militare dello Stato, accusando i suoi uomini di aver assunto posizioni politiche contro le navi del soccorso civile. Tutto nasce da una comunicazione in cui uno dei corpi costituenti della della Marina Militare, in cui si rende noto che "le continue chiamate dei mezzi aerei Ong hanno sovraccaricato i sistemi di comunicazione del centro nazionale di coordinamento dei soccorsi, sovrapponendosi e duplicando le segnalazioni dei già presenti assetti aerei dello Stato".

L'attacco alla Guardia costiera

Lo ha fatto forte della difesa della sinistra italiana, che per fini politici è disposta anche a infangare i militari della guardia costiera che, ogni giorno, rischiano la propria vita per salvare quella dei migranti in mare sottostando alle regole e alle norme dello Stato italiano, com'è il loro dovere. "La posizione della Guardia costiera riguardo ai comportamenti delle Ong mi sembra più motivata politicamente che tecnicamente. Prima eravamo gli angeli del mare, ora siamo i pirati o i collusi con i trafficanti di esseri umani. È molto curioso dire ora che si sovraccaricano le linee telefoniche del Centro nazionale di coordinamento dei soccorsi quando invece nel 2015 queste stesse chiamate venivano apertamente lodate. Sembra assurdo dire che siamo noi ad intralciare i soccorsi quando invece salviamo vite umane", questa la velata, ma non troppo, accusa che viene mossa alla Guardia Costiera dalla Ong francese. Si tratta di una risposta alla Guardia costiera italiana, secondo cui ieri le continue chiamate dai mezzi delle ong hanno sovraccaricato i sistemi di comunicazione.

Le insinuazioni contro l'Italia

Nella sua nota, Sos Mediterraneé aggiunge che appare strano che si "legittimi il comportamento sconcertante della guardia costiera libica, che ha sparato in aria a 50 metri da un vascello della comunità economica europea in acque internazionali. Ovviamente noi chiamiamo il nostro Paese di bandiera, che è informato su tutto quello che facciamo, ma questo non ha niente a che vedere con la competenza giuridica nella zona". Questo appunto si riferisce a un episodio citato dalla Ocean Viking, secondo la quale ci sarebbero stato presunti spari da parte delle motovedette libiche.

Il tutto, come spiega la Guardia costiera nella sua annotazione, sarebbe avvenuto "in area SAR ricadente nella responsabilità di un altro centro di coordinamento nazionale".

Nonostante questo, il corpo italiano sostiene che l'evento "non veniva riportato al Paese di bandiera come sarebbe previsto dalle norme sulla sicurezza della navigazione, bensì al centro di coordinamento italiano, in modo continuativo, finendo anche questo col sovraccaricare il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo in momenti particolarmente intensivi di soccorsi in atto".

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