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"Ha la testa di un uomo". L'ultimo oltraggio dem alla Meloni

Lo scrittore De Giovanni, annoverato tra i saggi del Pd, auspica che i dem siano il primo partito con una leadership "compiutamente femminile". Meloni - dice - ha idee maschiliste

"Ha la testa di un uomo". L'ultimo oltraggio dem alla Meloni

E meno male che Enrico Letta lo ha annoverato tra i "saggi". Tra i sapientoni che dovranno indicare al Pd la via per risorgere. Eppure, Maurizio De Giovanni è riuscito a far vacillare quel titolo. In una recente intervista, il giallista campano ha descritto le proprie idee per il futuro dei dem, aspicando che il loro diventi "il primo partito ad avere una leadership compiutamente femminile". In che senso? È presto detto: secondo l'autore la leader di Fratelli d'Italia e primo premier donna non sarebbe da annoverare tra le presenze rosa in politica.

"Meloni politicamente è un maschio"

"Politicamente lei è un maschio. Le sue idee sono convintamente maschiliste. Le sue politiche non hanno nulla di femminile", ha affermato De Giovanni in una conversazione con Il Fatto Quotidiano. E ancora: "Meloni è una donna ma ha la testa di un uomo, ha gli stessi vizi del potere nostri, anche le nostre furbizie. Lei è come la Le Pen, una donna che declina al maschile ogni soluzione. Invece io penso che la politica abbia bisogno di un tratto autenticamente femminile". Così, anche lo scrittore campano è sembrato ricadere nel vizio - già sperimentato da altri esponenti di sinistra - di chi vorrebbe attribuire patenti di femminilità alle donne in politica. Lo aveva fatto anche Laura Boldrini, spiegando: "C'è qualcosa di strano nelle Meloni, si trincera dietro il maschile".

Una leadership femminile per il Pd

A oltre un mese dalle elezioni, tuttavia, il Pd sembra non aver metabolizzato la batosta del primo premier donna targato centrodestra. Lo stesso De Giovanni ha così descritto la propria concezione di leadership "autenticamente femminile". "Una leadership femminile è necessariamente più attenta ai soggetti deboli, più lesta ad avvertire i bisogni degli svantaggiati, l'urgenza di atti solidali. Più sensibile verso chi ha di meno, quelle che un tempo si chiamavano masse popolari e oggi in vece sono un crogiolo di età e di condizioni", ha affermato il drammaturgo campano, lanciandosi poi il valutazioni più generiche sul futuro in rosa del Pd.

La retorica sulle donne in politica

"Abbiamo bisogno di un partito di sinistra che sappia emozionarsi e non viva la politica come una inesauribile spinta carrieristica. Sappia e dimostri tenerezza, affabilità, gentilezza. Una politica declinata al femminile è oggettivamente più vicina alle classi disagiate e subalterne. È spiritualmente e tecnicamente progressista. E poi una donna, lo confermano le statistiche, è più lontana dalle tentazioni corruttive", ha affermato De Giovanni. Ma al di là delle belle parole, della retorica e delle buone intenzioni, nel Pd una leadership femminile riconosciuta da tutti ancora non c'è. Anche il nome di Elly Schlein, dato da alcuni come favorito per la successione di Letta, viene da molti ritenuto troppo divisivo. Troppo di sinistra.

"I maschi hanno bisogno di rigenerarsi. E il Pd ha necessità di avere compagni di viaggio che sappiano andare nella stessa direzione, che lavorino per lo stesso obiettivo", ha proseguito il giallista napoletano. Poi il suggerimento sulla linea d'intrasingenza auspicata per il partito e per i suoi esponenti: "La Costituzione è la nostra dottrina sociale. Sui principi fondamentali (dalla tassazione progressiva allo ius scholae) non si discute. Ci stai? Bene.

Non ci stai? Aria, scegli altro".

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