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"Ha una vocazione minoritaria". Violante smonta il Pd e la deriva autoritaria

L'ex presidente della Camera smonta le ricostruzioni fantasiose della sinistra sul Pnrr e attacca il nuovo corso dem targato Schlein: "Nel Pd sembra prevalere una vocazione minoritaria"

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Nei suoi primi tre mesi da segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, non si è esposta molto sia sul piano politico sia sul piano mediatico. Complici anche le enormi differenze interne al partito e le irrisolte ambiguità con le altre forze di opposizione, la leader dem ha deciso di tenere i toni bassi. Il nuovo corso dem, questa l’unica certezza, non rincorre la cosiddetta “vocazione maggioritaria”. Le prime uscite politiche targate Schlein vanno nella direzione opposta: una vocazione minoritaria cercata e rivendicata dalla stessa segretaria. L’ex presidente della Camera, Luciano Violante, non è il primo e non sarà l’ultimo a denunciare la nuova strada tracciata dalla segretaria dem: “A volte – spiega sul Corriere della Sera – nel Pd sembra prevalere una vocazione minoritaria”.

Lo scontro sul Pnrr

Questa volontà di Elly Schlein e del suo cerchio magico, a ben vedere, si traduce in due elementi politici netti. Se da una parte il Pd può ritrovare una vera e propria identità massimalista, abbandonando completamente le istanze riformiste, dall’altra il rischio di un dialogo aspro e per nulla costruttivo tra opposizione e maggioranza è dietro l’angolo. Recintarsi politicamente, molto spesso, significa alzare i toni del dibattito, addossare tutte le colpe al governo e perfino paventare una deriva autoritaria. È esattamente quello che è successo nell’ultima settimana, prima sulla questione spinosa Pnrr e Corte del Conti, poi con il Gay Pride in programmazione a Roma.

Luciano Violante, magistrato ed ex presidente della Camera, prova a mettere in fila tutte le contraddizioni degli attacchi strumentali della sinistra. A partire, ovviamente, dal tema centrale del Pnrr, il piano di ripresa e resilienza europeo. “È un bisticcio infondato – taglia corto Violante – Il governo Draghi presentò nel maggio 2021 un decreto legge che escludeva il controllo concomitante della Corte dei conti sulle procedure relative al Pnrr”. La levata di scudi della sinistra nei confronti dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni è semplicemente infondata: il nuovo decreto conferma quanto aveva già deciso il governo Draghi. Inoltre, aggiunge Violante, “Questa regolazione non ha indebolito la vigilanza perché il controllo in corso d’opera compete alla Commissione europea”. Più chiaro di così.

Il Pd a "vocazione minoritaria"

Chissà se anche all’ex presidente della Camera verrà contestato di promuovere una deriva illiberale e autoritaria. Dal nuovo Pd in salsa massimalista ci aspettiamo di tutto. Solo ieri, intervistato da Repubblica, il responsabile esteri del partito Giuseppe Provenzano, in merito alla scontro sul Pnrr, esclamava : “La destra porta l’Italia alla deriva Ungherese. Il motivo è sempre quello: la decisione sacrosanta del governo di limitare il controllo concomitante della Corte dei Conti. Gli attacchi del Pd, difficile sostenere il contrario, sono più strumentali che altro. “I controlli buoni – riconosce Violante – quelli competenti e rapidi servono.

Quanto al Pd a volte sembra prevalere una vocazione minoritaria”.

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