I deputati forcaioli sconfitti dai giudici

Pur essendo Roma passa­ta alla storia quale culla del diritto, la no­stra Patria ha attualmente la giustizia più scassata d’Europa

I deputati forcaioli sconfitti dai giudici

Non si sa più se amare o odiare questo nostro strano Paese. Mentre mi accingo a scrivere di questioni (supposte) serie, apprendo che l'Italia si è aggiudicata un'altra medaglia d'oro alle Olimpiadi. A vincerla è stata ancora una donna, Jessica Rossi, 20 anni appena: ha sbriciolato i 99 piattelli su 100 a fucilate, conquistando non soltanto il podio più alto nella specialità, ma anche il primato mondiale. Sono stupefatto, ammirato. La speranza, forse non soltanto nello sport, è femmina. E questo non può che rincuorare.
Ma c'è un altro aspetto sorprendente e inspiegabile. Gli azzurri, impegnati a Londra nelle gare a cinque cerchi, hanno dimostrato di essere forti e imbattibili nel maneggio delle armi: nel tiro con l'arco, oro; nella scherma, oro, argento e bronzo per le ragazze nell'«individuale», e oro nella competizione a squadre; ancora scherma: argento nella sciabola maschile (individuale) e bronzo (squadre); argento nel tiro con la pistola e oro con i piattelli disintegrati dalla stupenda Jessica.
Viene quasi da ridere. L'Italia, la nazione più imbelle del globo terracqueo, svetta nelle discipline guerriere. Com'è possibile? Mistero.
D'altra parte, pur essendo Roma passata alla storia quale culla del diritto, la nostra Patria ha attualmente la giustizia più scassata d'Europa. Stavolta però non mi riferisco tanto al potere strettamente giudiziario, quanto a quello legislativo: Camera e Senato. La notizia che ci ha lasciati basiti è relativa ad Alfonso Papa, deputato del Pdl, finito a Poggioreale - galera napoletana - per una serie di reati gravi, tra cui l'associazione per delinquere. Questo signore - magistrato - fu arrestato dopo un voto a Montecitorio, senza il quale non sarebbe stato privato della libertà. I colleghi onorevoli, come sempre accade in queste circostanze, furono chiamati a esprimersi sul seguente quesito: Papa è o non è avvolto da fumus persecutionis? Per rispondere alla domanda, essi avrebbero dovuto leggere le carte. Se le avessero lette, infatti, avrebbero capito ciò che hanno capito - successivamente - sia la Cassazione sia il Tribunale del riesame, e cioè che Papa meritava sì di essere processato, ma non recluso.
Quindi? Il fumus persecutionis c'era, ma la Camera non lo ha visto. Perché? I deputati non sono ciechi, però incapaci di giudicare causa negligenza, incoscienza, superficialità, appiattimento sulle ragioni di partito e di schieramento. In poche parole sono indegni di rappresentare i loro elettori. Massì, diciamolo in modo brutale: anziché studiare gli atti dell'inchiesta, questi mestieranti della politica hanno «condannato» il suddetto poveraccio ubbidendo a logiche di bottega, a ordini dei loro capibranco. Altrimenti si sarebbero resi conto della porcata che andavano commettendo.
Speriamo almeno che ora se ne vergognino. Ma non sarà così. Anche per Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita, che ha sputtanato - non si sa ancora perché e in quale modo - milioni di euro, il Senato ha agito con una leggerezza impressionante: ha votato per spedirlo in prigione; lui è stato obbligato ad andarci, e adesso la Cassazione afferma che non era il caso. Lusi poteva tranquillamente essere processato a piede libero.
È incredibile. La carcerazione preventiva è un obbrobrio di per sé. Se poi non è indispensabile, andrebbe subito abolita.

Ma Camera e Senato, che dovrebbero regolamentare la materia onde evitare abusi, sono i primi a incentivare i medesimi per scopi bassamente politici. Bisognerebbe che tutti i parlamentari assaggiassero le «delizie» delle prigioni italiane, le più incivili dell'Occidente.

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