
Imprevisto per Carlo Calenda. Il leader di Azione è andato al seggio a Roma – alla scuola dell’infanzia Luigi Settembrini – per votare ai referendum, ma non si è accorto dello spazio esaurito sulla sua scheda elettorale: tutti i timbri esauriti. Un momento di lieve imbarazzo tra gli scrutatori e il senatore, costretto a recarsi in via Petroselli a ritirare una nuova scheda elettorale.
Una volta ritirato il documento, Calenda è tornato al suo seggio per votare e ha ritirato le schede per tutti e cinque i quesiti. “Finalmente sono riuscito a votare” il suo commento ai microfoni dei cronisti presenti: “Stamattina ero andato al seggio ma non mi ero accorto che la scheda fosse piena, e per questa ragione sono andato a cambiarla”. Il capo politico di Azione ha poi sottolineato di aver votato perché “per me votare è un dovere civico per rispetto di chi ci ha dato la democrazia, è morto per la democrazia. Dopodichè i referendum ci lasciano molto perplessi".
In attesa dei dati definitivi – si prospetta un clamoroso flop per la sinistra – Calenda nelle scorse ore non ha lesinato stoccate agli altri leader di opposizione. Nel suo mirino è finita la strumentalizzazione della manifestazione per Gaza organizzata sabato a Roma: “Se la destra avesse usato una manifestazione su un dramma umanitario per aggirare il silenzio elettorale, avremmo tutti, giustamente, stigmatizzato questo comportamento. È esattamente ciò che è accaduto”.
L'ex titolare del Mise è stato tranchant anche sull'invito a non votare del centrodestra: "In un referendum con quorum l’invito a votare equivale ad un’indicazione di voto. Il corretto funzionamento di una democrazia non si difende solo quando fa comodo".