"Imbroglione". Quando Brunetta sfidò Scalfarotto sulla legge elettorale

L'allora capogruppo alla Camera di Forza Italia non diede pace al sottosegretario alle Riforme costituzionali, incalzandolo sull'approvazione dell'Italicum così com'era già stato adottato in un ramo del Parlamento

"Imbroglione". Quando Brunetta sfidò Scalfarotto sulla legge elettorale
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Massimo Giannini aveva preso posto di Giovanni Floris alla conduzione di Ballarò da poche settimane quando dovette affrontare, nello studio di Rai3, una situazione incandescente che rischiava di diventare (dialetticamente) esplosiva. Siamo nella serata di martedì 2 dicembre 2014: il governo presieduto da Matteo Renzi, in carica a Palazzo Chigi da meno di otto mesi, aveva ancora il vento il poppa, complice una vittoria schiacciante ottenuto dal Partito Democratico alle elezioni europee del precedente 25 maggio che lo aveva, di fatto, reso politicamente "intoccabile". Il suo progetto di riscrivere la legge elettorale e un terzo della Costituzione era già stato incardinato in Parlamento e già con una lettura in una delle due Camere.

Se non che quell'Italicum che era stato concordato con Silvio Berlusconi nel celebre patto del Nazareno, nel frattempo, subì delle importanti modifiche nel passaggio da un ramo parlamentare a un altro. Forza Italia, stante il cambiamento delle carte in corso d'opera, deciderà di non stare più dentro quell'accordo politico e lo sancirà ufficialmente dopo l'elezione di Sergio Mattarella come Presidente della Repubblica (febbraio 2015). Renato Brunetta, allora capogruppo alla Camera di Forza Italia, non si lascia sfuggire l'occasione di sottolineare l'incongruenza del Pd e lo fa davanti a Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme costituzionali.

Il botta e risposta tra Brunetta e Scalfarotto

"Abbiamo una crisi tremenda mai avuta nella nostra storia a memoria d'uomo - esordisce Brunetta -. Abbiamo un governo che non è stato legittimato da un'elezione politica che si regge, pezzi e bocconi, su un gruppo di parlamentari che erano stati eletti con un'altra formazione politica e con una legge elettorale che doveva essere cambiata. Loro dovevano fare solo questo - incalza l'attuale presidente del Cnel -. Con questa base democratica parlamentare inconsistente, cosa volete che faccia Renzi? Le riforme strutturali? Bisogna assolutamente fare una nuova legge elettorale".

A questo punto interviene Scalfarotto, interrompendo provocatoriamente il discorso del suo diretto interlocutore: "Brunetta, la accendiamo?". Il forzista non si fa intimidire: "Sì, ma quella approvata dalla Camera, che hai votato anche tu. Perché adesso la volete cambiare?". L'esponente dem ribatte: "Perché ci siamo rivisti e abbiamo deciso di cambiarla". "No, tu sei un imbroglione", fu la secca replica di Brunetta. "Io? Ma dai, presidente: si moderi".

Ma ormai l'ex ministro della Pubblica Amministrazione non cede un attimo di fiato e ripete per almeno cinque volte che lui avrebbe votato solo "la legge elettorale approvata dalla Camera". Per poi concludere: "Diamo a questo Paese un governo legittimo".

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