Il capannone industriale è pari a una villa per le vacanze secondo la voracissima Imu, l’Imposta municipale sugli immobili, annunciata nello scorso dicembre ma che solo adesso comincia a far davvero paura ai contribuenti. Il 16 giugno infatti o, per meglio dire il 18, perché il sabato e la domenica le scadenze per i pagamenti di tasse e balzelli sono annullate, i Comuni passeranno all’incasso e il conto, per tutte le categorie, si presenta terribilmente salato.
«Per i piccoli imprenditori - denuncia il presidente di Confartigianato Como, Marco Galimberti - l’Imu raddoppierà la tassa immobiliare che già si pagava con l’Ici sui capannoni industriali e sugli immobili adibiti alla produzione, come magazzini e depositi». Una vera ingiustizia, spiega Galimberti, in quanto le piccole imprese e le attività artigiane sono in crisi da tempo.
«Secondo i nostri calcoli - continua il presidente di Confartigianato Como - un capannone che pagava 2.300 euro di Ici con i nuovi moltiplicatori e le nuove aliquote potrebbe pagare fino a 4.800 euro».
Più del doppio, dunque. Troppo per un immobile strumentale in carico a un’azienda che a sua volta è già chiamata a pagare le tasse. Gli aumenti sono legati soprattutto all’incidenza delle aliquote che il governo ha fissato allo 0,4%, per le prime case, e in una forchetta compresa tra lo 0,76% e l’1,06% per le seconde case e gli altri immobili.
«Il problema - aggiunge Galimberti - è che difficilmente i Comuni terranno l’aliquota minima e, dunque, gli aumenti che si prospettano saranno molto pesanti da sostenere per attività produttive che sono già in crisi. Molto spesso, ormai, gli imprenditori continuano la loro attività solo per non dover chiudere e licenziare. Guadagnare qualcosa è diventato una specie di miraggio».
Una situazione difficile, dunque, anche se Confartigianato sta cercando di aiutare gli imprenditori delle zona di Como, dove conta circa 6mila iscritti su 18mila aziende registrate alla Camera di commercio. «Stiamo portando avanti iniziative per incentivare le aziende che producono in conto terzi - osserva ancora Galimberti- ad andare all’estero per vendere direttamente i loro prodotti, ma ci stiamo muovendo anche sul fronte del credito».
Quanto all’Imu, Confartigianato ha cominciato, domenica scorsa, una raccolta di firme tra i piccoli imprenditori che saranno portate ai sindaci dei vari Comuni comaschi per sensibilizzarli al problema. La speranza è quella di ottenere delle aliquote minime, allo 0,4% come per le prime case, anche per gli immobili adibiti ad attività produttive.
«In zona la questione è molto sentita - conclude Galimberti - perché molti imprenditori hanno investito, nel corso degli anni, in immobili, comperando o facendo costruire i capannoni della loro azienda. Anche io, che ho un’azienda tessile, sono nella stessa situazione.
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