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Imu, il governo si vergogna E spara: ce la siamo trovata

Il ministro dell’Interno, Cancellieri, prende le distanze dalla norma contestata e annuncia modifiche per il futuro: "Più gettito ai comuni, ma basta sprechi"

Imu, il governo si vergogna E spara: ce la siamo trovata

Roma - Imu, il giorno della vergogna. Quella del governo. Nella domenica in cui il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a Danzica per Italia-Spagna, dà una sferzata di ottimismo garantendo che «ci sono molte cose in dirittura d’arrivo», riferendosi alle riforme, il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri a Palermo prende le distanze dall’Imu: «Ce la siamo trovata». Uno scaricabarile che, diciamoci la verità, fa arrabbiare due volte. Primo: perché non è vero che l’Imu il governo Monti l’abbia ereditata dal governo Berlusconi (e ti pareva). O meglio, questo l’aveva varata ma immaginandola dal 2014 e solo per le seconde case. È stato Monti, appena entrato in campo, a trasformarla nello spauracchio di oggi, la versione superpotenziata della vecchia e già odiata Ici. Secondo: perché il giochetto di fare gli gnorri aggiunge beffa a danno. Che senso ha ripudiare l’Imu solo a parole se non quella di prendere in giro i contribuenti? Se un governante si vergogna di un suo provvedimento perché non eliminarlo?
Domande senza risposta. Resta il fatto che le parole di ieri dell’inquilina del Viminale rappresentano la prima presa di distanza da parte di un rappresentante del governo dell’imposta sugli immobili. Cancellieri infatti ammette: «Con il tempo probabilmente cercheremo di adeguarla dando ai comuni la possibilità di disporre degli introiti». Perché «occorre trovare un equilibrio tra la ricchezza del territorio e la povertà di un altro anche se è sempre difficile trovare un equilibro ma non bisogna tenere presente sempre la solidarietà di un Paese». Per usare parole meno contorte: «L’Imu è una imposta che ha una sua necessità in questa fase ma va riequilibrata in modo diverso e nel governo c’è chi sta lavorando in questo senso». E comunque, la colpa è sempre di chi c’era prima e prima di prima: «Voi - dice rivolgendosi all’uditorio - pagate il prezzo di tanti anni di libertà della spesa, che qualcun ha usato molto bene, qualcun altro non ne ha fatto un buon uso. La verità è che il bilancio dello Stato non consente grandi possibilità e quindi anche i comuni si devono adeguare». Poi ancora una stoccata ai comuni: «Ormai non è più il tempo degli sprechi. Io ho fatto tante volte il commissario, ho visto tante volte nei comuni tanti soldi spesi male buttati in consulenze inutili. Adesso non c’è più tempo, ora i soldi vanno spesi con molta attenzione, come molta cura esclusivamente nell’interesse dei cittadini».
Sarà il caso di non attendere molto, perché la pentola della rivolta contro l’Imu non smette di sobbollire. Ieri il segretario nazionale del Codacons, Francesco Tanasi, ha annunciato la nascita del «Comitato nazionale vittime dell’Imu», con sedi nazionali a Roma e Catania e dislocamenti in cento comuni italiani. Il comitato contesta il fatto che «l’Imu, che è una tassa di scopo, sia stata decisa contro la legge e senza la previa individuazione delle precise opere pubbliche che l’imposta dovrebbe andare a finanziare, in palese violazione della normativa vigente» e che essa «vada a colpire, senza alcuna distinzione, ogni possessore di immobile, senza tenere conto della reale capacità contributiva, spesso decisamente bassa come nel caso di soggetti titolari di pensione e/o precari». Infine secondo l’associazione di difesa dei consumatori, è «violato anche l’articolo 47 della Costituzione italiana dal momento che l’imposta non solo costituisce un deterrente per l’accesso al risparmio popolare ma lo impedisce del tutto per coloro che sono proprietari di beni immobili». E oggi a Trento la Lega darà fuoco simbolicamente ai moduli per pagare l’Imu.

«Faremo un falò - l’annuncio del deputato leghista Maurizio Fugatti - per bruciare i modelli F24 che servono a pagare la tassa dell’Imu, imposta del governo Monti che noi riteniamo ingiusta e iniqua».

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