Kirk, il doppiopesismo di sinistra a confronto con l'uccisione di Carlo Giuliani

Nessuno dovrebbe essere ucciso, tanto meno in giovane età e per le sue idee, ma sembra che ci sia una colpevolizzazione secondaria per l'ideologo Maga, solo per le sue posizioni

Kirk, il doppiopesismo di sinistra a confronto con l'uccisione di Carlo Giuliani
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Charlie Kirk è morto a 31 anni, ucciso dall'odio di chi non era in grado di accettare che potesse avere idee diverse e che queste potessero interessare un ampio pubblico. La sinistra istituzionale, così come quella dei media e della gente comune, ha tentato di dissociarsi dall'assassino dell'influencer Maga, ma non ci è riuscita fino in fondo, perché c'è sempre quel "ma", talvolta implicito ma altre esplicito, che in qualche modo colpevolizza la vittima, la rende in parte responsabile delle sue idee, quasi un correo della sua stessa morte avvenuta perché una mattina un giovanissimo killer ha deciso di imbracciare un fucile e sparargli al collo con pallottole "firmate", togliendolo alla moglie e ai figli.

Lo spiega bene Giorgio La Porta questo concetto, mettendo a paragone Charlie Kirk e Carlo Giuliani. Sono morti entrambi giovanissimi ma in circostanze molto diverse, così come molto diverse sono state le reazioni dell'opinione pubblica. Da un lato, infatti, c'è un influencer che "sfidava" pacificamente chi la pensava diversamente: la sua arma era la dialettica. Aveva posizioni estreme su alcuni temi, era un provocatore, ma difendeva le sue idee e lo faceva con la forza delle parole. Dall'altro lato c'è un ragazzo che durante il G8 di Genova partecipava alle proteste. Anche lui, in qualche modo, ha difeso le sue idee, era in piazza per urlarle e per protestare.

E l'ha fatto imbracciando un estintore contro i Carabinieri. Sono stati uccisi entrambi in giovane età ma se per Giuliani certa stampa di sinistra non trova giustificazioni per chi gli ha tolto la vita, per Kirk da giorni vengono usate frasi come "chi semina vento raccoglie tempesta", "violenza chiama violenza", "difendeva il secondo emendamento, è una morte collaterale" e così via. Kirk, insomma, è colpevole per essere stato assassinato. Aveva in mano un microfono, stava parlando, mentre Giuliani aveva in mano un estintore contro i Carabinieri.

Nessuno dovrebbe morire in giovane età, soprattutto per le sue idee, ma come ha chiesto retoricamente, ma non troppo, Giorgia Meloni nel suo intervento, rispondendo all'ideologo di sinistra, Piergiorgio Odifreddi, "ci sono persone a cui è legittimo sparare in base alle loro idee? O a cui è meno grave sparare perché non condividiamo le loro idee? O a cui è comunque comprensibile che venga voglia di sparare in base alle sue idee?". Serve una risposta chiara da chi, oggi, fa spallucce e chiede di non sostenere l'assassino di Kirk solo per non fare un favore a Trump.

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