Politica

L’Anm vira a destra Sconfitte le toghe rosse

Il parlamentino dei giudici cambia volto, trionfa Magistratura indipendente. Bocciata la giunta Palamara

L’Anm vira a destra Sconfitte le toghe rosse

Roma - Se si può dire che l’Anm cambia faccia adeguandosi al dopo-Berlusconi, questa faccia è meno arrabbiata, più moderata.
Alle elezioni, infatti, vince conquistando 2 seggi l’unica corrente che in questi 4 anni è stata all’opposizione della bellicosa giunta Palamara-Cascini, quella di centrodestra: Magistratura indipendente. Il suo slogan è: meno politica e più sindacato.
Perdono consensi la lista di centro, Unità per la costituzione, che cala di 2 seggi, e Area, il cartello delle forze di sinistra Magistratura democratica e Movimento per la giustizia, che perde 1 seggio.
Così, nel «parlamentino» dell’associazione, che il 10 marzo eleggerà presidente e segretario, ci saranno 12 rappresentanti di Unicost, 12 di Area, 11 di Mi e 1 della nuova lista «anti-correnti», Proposta B.

È una netta sconfitta per la linea d’attacco sulle riforme, con scarsa attenzione a stipendi e condizioni di lavoro, del presidente Luca Palamara (Unicost) e del segretario Giuseppe Cascini (Md). Anche se la vecchia e ridimensionata maggioranza regge ancora.

A questo punto si aprono diversi scenari e la palla sembra passare nelle mani della corrente di centro, pur sempre maggioritaria.
Ci potrebbe essere una svolta, con una giunta di centrodestra Unicost-Mi, dopo quella di centrosinistra, per dare un segnale di forte cambiamento.
O si potrebbe formare una giunta maggioritaria con tutte e tre le grandi correnti, ma sempre a guida Unicost-Md, mantenendo il ticket pre-elezioni per il vertice.
Oppure, rifiutando questa prospettiva, Mi potrebbe rimanere polemicamente fuori dal governo dell’Anm, per non fare «da ruota di scorta» alla vecchia linea uscita sconfitta dalle urne.
Quest’ultima sembra un’ipotesi lontana, perché sarà difficile ignorare che la corrente guidata da Cosimo Ferri continua il trend positivo che dal 2007 l’ha fatta salire da 7 a 11 e che è stato confermato anche alle elezioni del Csm.

Né si può minimizzare il successo personale del leader di Mi, di gran lunga il più votato con 1.160 consensi, quasi il doppio della candidata che Md vorrebbe alla presidenza, Ezia Maccora (615); ben di più del migliore di Unicost, Michele Ciambellini (720).
Il successo di Mi corre da Torino a Roma, da Firenze a Napoli, da Venezia a Catania, ma a Milano diventa clamoroso perché lì si quadruplicano i consensi.

Per Ferri bisogna ripartire proprio dal risultato meneghino. «È espressione - dice - della fiducia che i magistrati hanno riposto nella linea moderata ma sempre ferma di Mi, che non ha mai ritenuto negoziabili certi principi e valori, ma che al contempo ha sempre preferito la strada del dialogo e del confronto con le istituzioni e la politica. Milano è il punto di partenza e di riferimento per continuare a crescere, nella ferma convinzione e piena consapevolezza che la difesa dei diritti economici dei magistrati, della loro dignità professionale, della loro indipendenza e imparzialità siano i punti principali dell’agenda di una Anm che deve tornare a fare e ad essere il nostro sindacato».

Dalle urne il peso della corrente di centro esce ridimensionato e per molti Unicost paga un eccessivo appiattimento sulla politica delle forze di sinistra, come dice il presidente di Mi Stefano Schirò. Ma l’ago della bilancia rimane lei, comunque maggioritaria con 2.268 voti (485 in meno rispetto al 2007), seguita da Area, che ne ha 2260 (325 in meno), Mi che ha 1997 consensi (281 in più dell’ultima elezione) e Proposta B con 287 voti.

«Abbiamo perso in termini di voti - afferma il segretario di Unicost Marcello Matera - perché abbiamo investito sulla questione morale e sulla credibilità». E il segretario di Md, Piergiorgio Morosini, sostiene che «la giunta uscente si è mossa in una situazione difficile per contrastare riforme contrarie alla Costituzione».
Il parlamentino dell’Anm è molto rinnovato nei volti dei 36 membri ed è parecchio «rosa». Il peso delle tre correnti è diventato quasi paritario e Mi sembra decisa a rivendicare un posto di vertice per Ferri, come condizione per entrare in giunta.

Certamente, gli elettori attendono concrete novità.

Commenti