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L'avvocatessa di Udine uccisa da un folle: «Volevo sequestrarla»

L'avvocatessa di Udine uccisa da un folle: «Volevo sequestrarla»

UdineHai voglia a dire che l'iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto. Quando ti interrogano per 13 ore e torni a casa alle 4 di mattina con la sgradevolissima sensazione di essere sospettato di aver ammazzato la donna che amavi, non sai se è più forte il dolore di averla persa per sempre o la rabbia nei confronti di chi osa immaginare che potresti essere stato tu a straziarla con una decina di coltellate. E così Giorgio Ortis, 28 anni, ieri ha tirato un innaturale sospiro di sollievo quando i carabinieri gli hanno detto che avevano catturato l'assassino di Silvia Gobbato, con cui stava facendo jogging l'altro pomeriggio al parco del Cormor, a Udine.
È stato Nicola Garbino, 36 anni, di Pozzuolo del Friuli, da tempo in cura ai servizi psichiatrici. I carabinieri di Udine lo hanno sorpreso mentre vagava, in stato confusionale, su una mountain bike rossa nei pressi del centro commerciale Città Fiera di Martignacco. Dentro uno zainetto conservava degli abiti e un coltello sporchi di sangue. «Mi avete beccato, non volevo uccidere Silvia, volevo sequestrarla», ha detto poco dopo essere stato fermato. I graffi sulle braccia compatibili con l'aggressione e i riscontri successivi hanno poi confermato la versione dell'uomo. Il caso è chiuso. La giovane praticante legale, che avrebbe dovuto sostenere l'esame orale per diventare avvocato tra un paio di settimane, ha trovato la morte per colpa di un dannato scherzo del destino. Giorgio, figlio del titolare dello studio legale, stava diventando qualcosa di più di un amico. I due stavano entrambi uscendo da delusioni sentimentali e, forse, stavano pensando di ricominciare insieme. Oltre alla professione, condividevano la passione per il jogging che il destino ha trasformato in dramma: Giorgio che corre più forte, la lascia un po' indietro e poi non la vede arrivare. In quei pochi minuti di differenza si è infilato il coltello incosciente di un folle che ha strappato una vita e ne ha rovinata un'altra.
«Posso finalmente sfogare il mio dolore», ha detto il giovane affranto. «È finita una vera e propria angoscia - ha aggiunto il suo legale, Rosy Toffano - Il primo pensiero della famiglia e di Giorgio comunque è sempre andato a Silvia». Il padre, Gianni Ortis, già candidato a sindaco di Udine, è andato con i genitori di Silvia Gobbato, chiusi nel loro dolore, sul luogo del delitto, insieme al vescovo, Mazzocato. «Siamo qui per rendere omaggio alla memoria di Silvia». Già, solo dolore. Ora che non grava più l'ombra del sospetto, Giorgio Ortis è libero di piangere. «Alle forze dell'ordine che hanno operato in questi giorni così difficili va il nostro plauso e la nostra gratitudine per la loro prontezza e competenza», ha dichiarato il sindaco di Udine, Furio Honsell.

Hanno risolto il caso in un lampo e restituito rapidamente a un giovane il diritto di soffrire.

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