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Via libera della Corte Costituzionale all'accordo Albania-Italia sui migranti: ora il voto parlamentare

Con l'inserimento nella Gazzetta ufficiale dell'Albania del dispositivo della Corte costituzionale si dà il via all'ultimo step per l'approvazione definitiva del protocollo con l'Italia sui migranti

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Via libera al voto del parlamento albanese per la ratifica dell'accordo tra Italia e Albania sui migranti. La Gazzetta ufficiale del Paese balcanico ha pubblicato oggi la decisione, completa e dettagliata, del 29 gennaio 2024 della Corte Costituzionale sul Protocollo di Cooperazione tra i due Stati affacciati sulle sponde opposte del Mar Adriatico. Questa pubblicazione rappresenta un passaggio chiave per arrivare al voto del parlamento, calendarizzato per il prossimo giovedì 22 febbraio, ultimo step per rendere operativo il piano Meloni per una gestione più capillare dei migranti.

Nella decisione, trascritta in un documento di 43 pagine, la Corte costituzionale albanese ha respinto in toto le questioni sollevate dai 30 deputati dell'opposizione secondo cui l'Albania, accettando l'accordo, "perde territorio lasciando all'Italia la gestione dei campi a ShenGjin e Alessio". L'altra questione che per i giudici albanesi non ha senso di esistere è quella secondo cui l'accordo Rama-Meloni viola i diritti umani internazionali degli immigrati, poichè l'attuazione della Convenzione di Ginevra "è garantita". In ragione dell'analisi dell'accordo, alla luce di quanto stabilito dalle parti e respinte le obiezioni dell'opposizione, la Corte costituzionale albanese considera la decisione conforme alla Costituzione e chiede all'Assemblea di ratificarla.

Con la ratifica del parlamento di Tirana, si arriva al punto operativo dell'accordo che, ovviamente, non potrà essere immediatamente attuabile nel rispetto delle tempistiche per la realizzazione delle strutture e l'organizzazione del lavoro. Il governo è impegnato a fare tutto il necessario per partire il prima possibile ma ci sono i tempi tecnici che non possono essere derogati. L'ideale sarebbe essere operativi entro l'inizio dell'estate, in modo da avere una possibilità di gestione superiore quando ci sarà il picco di partenze dalle coste africane in direzione del nostro Paese.

Per il momento bisogna ancora attendere il voto parlamentare, comunque in anticipo rispetto alle previsioni, considerando che la Corte Costituzionale avrebbe avuto tempo fino al 6 marzo per esprimere la propria opinione.

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