Lollobrigida sul 25 aprile: "Antifascisti? Sprangarono Sergio Ramelli..."

Ospite di "In mezz'ora", il ministro ha ricordato come "la parola antifascista abbia portato in tanti anni a morti"

Lollobrigida sul 25 aprile: "Antifascisti? Sprangarono Sergio Ramelli..."
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Il termine antifascismo è troppo generico, purtroppo ha portato in tanti anni a morti: così il ministro Francesco Lollobrigida ai microfoni di "In mezz'ora". Nel pieno delle polemiche in vista del 25 aprile, il titolare delle Politiche agricole s'è soffermato sulla definizione di antifascista, rimarcando che è difficilmente rappresentativa di tutti:"Perché la violenza perpetrata anche in questi giorni da chi si richiama all'antifà e gira l'Europa a sprangare la gente o nelle università che impedisce lo svolgimento delle sedute del Senato accademico, non ci appartiene. La lungimiranza dei padri costituenti che crearono una Costituzione che difende la libertà evita ogni deriva e di violenza è il valore fondante di chi è anti totalitario e quindi antifascista nei fatti".

Lollobrigida ha rimarcato che il termine antifascista ha portato in tanti anni a morti, ricordando uno degli episodi più tragici degli Anni di piombo:"Fra qualche giorno sarà l'anniversario di Sergio Ramelli, un ragazzo ucciso a 17 anni perché aveva fatto un tema contro le Brigate Rosse, immagini un po' - replicando a Monica Maggioni - Nel 1975 venne sprangato dagli antifascisti. E allora questo termine è troppo generico, io preferisco rifarmi alla nostra Costituzione". Sulla Carta il termine "antifascismo" viene utilizzato una sola volta, ha aggiunto, rimarcando la necessità di scagliarsi contro ogni regime totalitario. E ancora:"Dobbiamo contrastare ogni forma di violenza politica e di discriminazione e questo lo dobbiamo fare in nome della nostra Costituzione e non in nome di una polemica strumentale che la sinistra tenta di fare quando non ha argomenti".

Antifascismo ma non solo. Lollobrigida ha parlato delle prossime elezioni europee e ha rimarcato che Bruxelles ha dimostrato forti limiti nell'azione di politica estera, a partire dalla vicenda russo-ucraina e dal dossier migranti, senza dimenticare le criticità sull'energia. Il ministro del governo Meloni ha invocato un'Europa più forte, secondo quelli che erano i propositi dei padri fondatori. L'esecutivo, ha aggiunto, ha portato gran parte delle nazioni europee a condividere il principio dai Trattati di Roma: "Ad oggi purtroppo alcune nazioni nell'ambito dell'Unione non hanno espresso la stessa nostra volontà di proseguire le cose utili e si sono rivolte a irrigidire le regole verso i cittadini europei rendendo paradossalmente le nostre imprese meno concorrenziali quindi limitando l'auspicio alla prosperità".

Le prossime elezioni decideranno il futuro del Vecchio Continente e il futuro della Commissione europea è tutto da scrivere. Lollobrigia ha evidenziato che Ursula von der Leyen attualmente rappresenta l'Europa e quindi un Governo serio si rapporta con lei per risolvere i problemi del suo popolo. Per il ministro il premier Meloni ha vinto su tutta la linea, riuscendo a "diventare interlocutore privilegiato della Commissione europea su temi come l'immigrazione, l'economia e l'agricoltura. Le procedure che portano all'elezione o la nomina di un commissario sono procedure farraginose".

Riflettori accesi anche sul mondo dell'agricoltura dopo le recenti proteste dei trattori.

L'Italia è una nazione di produttori e di trasformatori, ha precisato Lollobrigida, che ha invocato trasparenza: "Etichette non condizionanti come il Nutriscore, ma che informino nel dettaglio, dando la possibilità alle persone di scegliere che cosa comprare. Questo è il nostro obiettivo e questo è l'ambito con cui ci muoviamo".

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