Lombardi: «Non cambiamo idea neanche se si inginocchia». Dopo mesi di insulti

Lombardi: «Non cambiamo idea neanche se si inginocchia». Dopo mesi di insulti

RomaUn uomo che da sempre fa ridere volontariamente, un altro che qualche volta ha fatto ridere senza volerlo, una telecamera, un convitato di pietra. Sono questi gli ingredienti dell'incontro di oggi a Palazzo Chigi tra Beppe Grillo e Pier Luigi Bersani, che virtualmente concluderà le consultazioni del premier incaricato: il comico vero e quello che, con il giaguaro da smacchiare, ha fatto sorridere mezza Italia. La telecamera è quella che riprenderà l'incontro in streaming trasmettendolo sulla piattaforma web-tv del MoVimento 5 Stelle. Il convitato di pietra è Giorgio Napolitano. Che forse, come da noi anticipato ieri, il leader dei Cinque Stelle potrebbe proporre come premier a cui non si può dire no. E comunque aleggerà nel corso dell'incontro, a rendere inquieto più Bersani, che di Re Giorgio pure è compagno di schieramento politico ma che del capo dello Stato sente tutto lo scetticismo per questa via crucis istituzionale a cui si è consegnato, che Grillo.
In realtà Grillo nemmeno ci sarà. Manderà i suoi ormai rodati dioscuri, i capigruppo Roberta Lombardi (Camera) e Vito Crimi (Senato), magari con l'avvertenza di collegare il cervello prima di dire qualsiasi cosa. Forse il comico sceglierà un collegamento in streaming, forse nemmeno quello. Un ceffone in pieno volto al premier incaricato, una sfiducia a prescindere che renderebbe inutili l'incontro e qualsiasi decisione vi fosse presa. E comunque non c'è aria di colpi di scena. «Bersani è impresentabile, non gli daremo la fiducia neanche se si butta ai miei piedi e mi implora di dargli un lavoro», sibila la Lombardi. In serata senatori e deputati del Movimento 5 Stelle, riuniti in assemblee, hanno votato all'unanimità per il no alla fiducia.
Del resto a schiaffeggiare Bersani Grillo è abituato. Il comico genovese ha nel segretario democratico uno dei suoi bersagli preferiti. Prendiamo solo l'ultimo anno scarso. A maggio 2012 Grillo dà a «Gargamella» dello «zombie», meritevole di «un Trattamento sanitario obbligatorio» per aver sostenuto di aver vinto le elezioni amministrative. Ad agosto Bersani sfida i grillini: «Vedo che sulla rete sono rivolti al nostro partito dei linguaggi del tipo “siete degli zombie, dei cadaveri vi seppelliremo vivi”. Sono linguaggi fascisti e a noi non ci impressionano». Replica Grillo: «Bersani si rassicuri, non è un fascista. È solo un fallito. Lo è insieme a tutti i politici incompetenti e talvolta ladri che hanno fatto carne da porco dell'Italia e che ora pretendono di darci anche lezioni di democrazia». Si avvicinano le elezioni, gli scontri diventano più frequenti. A dicembre Grillo bacchetta Bersani: «Il Pdmenoelle ha deciso di dare voce ai cittadini per le liste elettorali. Un'idea originale. Chissà da chi ha copiato». Il 18 gennaio il comico sfotte «Gargamella» per i suoi poster: «Ha un'espressione un po' triste, ha quel colore come le fettine di carne quando le metti a riscaldare nel microonde, grigino. Ma quei manifesti chi li paga? Li paghiamo noi, certo, con i rimborsi elettorali». Il 29 gennaio arriva a chiedere le dimissioni di Bersani per lo scandalo Mps, così grave che «Craxi, in confronto, rubava le caramelle ai bambini». Il segretario risponde definendo Grillo un «autocrate da strapazzo». Alla vigilia del voto Bersani dà a Grillo del «miliardario» e questi replica dandogli del «parassita».

E dopo il voto Grillo non si è fermato, definendo Bersani «stalker politico», «smacchiatore fallito e arrogante» e il Pd «partito di impresentabili che deve affidarsi alle foglie di fico Grasso e Boldrini». Se questo è amore.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica