Dopo l'operazione pinza nell'addome per quindici mesi

Per quindici mesi ha vissuto con un ferro chirurgico e due garze nell'addome, «ricordo» di una laparotomia eseguita all'ospedale di Vercelli. È la storia di una donna di 49 anni, che dopo la rimozione di quei corpi estranei, dimeniticati dai chirurghi, ha presentato una querela-denuncia alla Procura della cittadina piemontese.
Le indagini sono state affidate ai carabinieri del Nas di Torino. «È stato un miracolo che la nostra assistita sia sopravvissuta», dicono adesso i legali della donna.
Il caso di malasanità, anticipato nella pagine locali del quotidiano «La Repubblica», risale al 21 novembre 2012. Quel giorno la donna viene sottoposta a laparotomia per la rimozione di un fibroma uterino. Dimessa cinque giorni dopo, i primi disturbi si manifestano quasi subito. La donna - come confermato all'Ansa dai suoi legali - si presenta per ben sette volte al pronto soccorso, ma viene sempre dimessa senza che il ferro - un retrattore intestinale di trenta centimetri - e le garze vengano notate.


Solo all'ottava visita al pronto soccorso, viene prescritta una tac, che mostra finalmente la causa del suo continuo star male, ovvero la presenza del ferro nell'addome.
L'intervento per la rimozione è stato eseguito il 9 febbraio scorso. La denuncia dei legali della donna risale invece a quattro giorni fa.

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