All'inizio era un optional per pochi, un'eccezione su qualche volo da una parte all'altra dell'oceano. In breve tempo, il letto in aereo è diventato una necessità: ogni compagnia di un certo livello deve offrirlo; avere a disposizione soltanto poltrone da business class è poco chic. Fa linea aerea poco attenta, poco alla moda, poco innovativa. E indispone subito i viaggiatori coi soldi: i frequent flier, quelli che volano spesso e spendendo molto.
Ora questi signori vogliono distendere le gambe, e non solo: la preoccupazione numero uno - spiegano le compagnie - è ormai quella di dormire. Non importa il cibo (qualcuno preferisce addirittura sbrigare la faccenda nei salottini d'aspetto, così da potersi dedicare interamente al sonno durante il volo), quello che conta è potersi riposare al meglio. E quindi le poltrone reclinabili non bastano più, perché - come da testimonianze raccolte dal Wall Street Journal - quando i piedi stanno più in basso rispetto alla testa dormire bene è impossibile. Bisogna stare proprio sdraiati, orizzontali: ed è per questo che l'ultima frontiera della sfida fra le compagnie aeree è proprio sull'offerta di letti veri, cioè non poltrone camuffate da letto, ma materassi completamente, inequivocabilmente piatti. Così che ci si possa sdraiare e rilassare, non per un pisolino di mezz'oretta ma anche per molte ore, magari sette o otto, o di più, tutto il tempo di un viaggio intercontinentale.
A parte poche pioniere, le compagnie hanno esitato a installare queste poltrone-letto perché i costi sono altissimi: dai quarantamila agli ottantamila dollari per un solo posto di business class (oltre alle tecnologie servono studi di design, test, certificati di sicurezza). E pare che soprattutto i ritorni non siano proporzionali all'investimento: secondo alcuni l'offerta del letto farebbe soltanto aumentare le tariffe, senza garantire guadagni maggiori.
di Eleonora Barbieri
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