
L'appuntamento è alle 14 a Porta San Paolo, a Roma, per una manifestazione, l'ennesima, "contro guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo". Così recita il manifesto, qualunque cosa voglia dire. Il corteo si snoderà nel centro di Roma e da Ostiense arriverà al Colosseo, dove pare sia in programma un flash-mob. Giuseppe Conte ha confermato la sua presenza, così come Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, ma non ci sarà Elly Schlein, che ha preferito spaccare l'opposizione e andare in Olanda al congresso dei Verdi e socialisti europei in Olanda. Un'occasione ghiotta per lei, che ha così colto l'occasione di non essere in Italia per evitare di declinare l'invito e rendere il tutto ancora più imbarazzante.
Ma la segretaria del Pd compare nella mozione sottoscritta dai sopracitati, che chiede la revoca del memorandum di collaborazione militare con Israele. "Noi non ci gireremo dall'altra parte, questo massacro non continuerà in nostro nome" si legge nel documento. "Da una settimana ormai le ostilità tra Israele e Iran hanno catalizzato la preoccupazione dell'opinione pubblica mondiale, distogliendo l'attenzione sui crimini contro l'umanità in corso a Gaza e sui piani israeliani di annessione coloniale della Cisgiordania", scrivono ancora i 4 dell'opposizione, che rivendicano di aver sollecitato il governo di Giorgia Meloni "a promuovere in sede europea la richiesta di sanzioni contro il Governo israeliano". Dalle opposizioni agiscono come se fossero maggioranza, convinti di poter dettare l'agenda di un governo che non gli appartiene. E lamentandosi pure se l'esecutivo non ottempera alle loro richieste, accusandolo di trincerarsi dietro "silente complicità con le criminali politiche di Netanyahu".
"Non lasceremo che l'Italia venga macchiata dalla pavidità di Meloni e i suoi epigoni. Questa mattina abbiamo depositato una mozione unitaria", si legge ancora nella nota delle opposizioni, le quali è evidente non abbiano capito quale sia il loro ruolo.
Oppure, alternativa più probabile, si tratta di una mera partita elettorale, dove Pd, M5s e Avs cercano di conquistare il voto dei pro Pal e dei loro sodali con azioni dimostrative come le petizioni, le manifestazioni e i documenti di sollecito al governo. Tentativi che, comunque, alla luce dei risultati dei sondaggi, non sembrano dare i risultati sperati.