"Il M5S accoglie i filo-Hamas in Parlamento. Vi spiego perché l'ospitata dell'Albanese è inopportuna"

Kelany, deputato di FdI, presenta un'interrogazione per la relatrice Onu alla Camera: "Inaccettabile, proprio ora che riemerge l'antisemitismo". E, intervistata da ilGiornale.it, accusa i 5 Stelle: "Ricevono chi esultava il 7 ottobre"

"Il M5S accoglie i filo-Hamas in Parlamento. Vi spiego perché l'ospitata dell'Albanese è inopportuna"

Ospitare Francesca Albanese in Parlamento è stato un errore grave, imperdonabile, specialmente ora che l'antisemitismo ha rialzato la testa nel mondo. Sara Kelany, deputato di Fratelli d’Italia, denuncia l’“assoluta inopportunità” della presenza della relatrice speciale Onu alla Camera e al Senato, accusandola di parzialità e silenzi su Hamas. Non a caso ha presentato un'interrogazione al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, per chiedere quali iniziative il governo intenda intraprendere per evitare che si ripeta ancora in futuro. E - precisa a ilGiornale.it - non si tratta di libertà d’espressione, ma di far sì che le feroci tesi contro Israele e le ambiguità pro-Pal non vengano veicolate nel cuore delle istituzioni del nostro Paese.

Definisce “gravissima” e “irresponsabile” l’ospitata di Francesca Albanese alla Camera e al Senato. Ma non si tratta di libertà d’espressione?
Come molte delle iniziative del Movimento 5 Stelle sul tema, organizzate dal 7 ottobre in poi, anch’essa si iscrive in un quadro di assoluta non neutralità dinanzi a un conflitto in cui troppo spesso si dimentica che Israele è uno Stato che è stato barbaramente aggredito dai terroristi di Hamas. Ebbene, la presenza di Albanese alla Camera e al Senato, che presenta un rapporto in cui si cita innumerevoli volte la parola genocidio di Israele ai danni dei palestinesi e in cui mai si fa menzione di Hamas, la trovo inopportuna e inaccettabile. Soprattutto in un momento in cui la recrudescenza di sentimenti antisemiti sta pericolosamente investendo tutta Europa.

Però sia comprensiva. La stanno corteggiando per le prossime elezioni, magari per candidarla in un collegio blindato…
Non è nostro costume fare i processi alle intenzioni politiche dei nostri avversari, né ci appassiona. Le sinistre ci hanno ormai abituati a candidature slogan che poi sono rovinosamente fallite nell’esercizio del mandato. Quello che segnaliamo è la totale inopportunità della conferenza stampa con una persona che ha spesso propalato tesi faziose e volte a screditare Israele nel suo complesso.

Nello specifico, il governo quale iniziativa potrebbe intraprendere per evitare un “caso Albanese bis” in futuro?
Questi sono aspetti che attengono alle dinamiche parlamentari, proprio perché entra in gioco la libertà di espressione di cui lei parlava. Noi parlamentari abbiamo il sacrosanto diritto e il dovere di esercitare il nostro potere ispettivo e poi di chiedere al governo che si facciano approfondimenti sul caso. La nostra interrogazione ha ad oggetto non solo la presenza di Albanese nelle più alte sedi delle istituzioni (ricorderei che ha anche attaccato il Presidente della Repubblica Mattarella sul riarmo, affermando che l’atlantismo non sarebbe in linea con il suo ruolo di garante della Costituzione), ma anche la presenza di soggetti che hanno manifestato idee prossime a quelle dei terroristi di Hamas.

E infatti è spuntata anche una foto della relatrice speciale Onu con Sulaiman Hijazi, che nel 2015 parlava di Hamas come “il nostro movimento della resistenza che combatte in Palestina”…
Ed è esattamente questo il cuore del quesito che abbiamo posto al ministro. Sulaiman Hijazi in più occasioni ha inneggiato ad Hamas, manifestando la sua vicinanza al movimento, ma ci sono dei post deliranti risalenti al 7 ottobre in cui ringraziava Dio. Di fronte a queste nefandezze, fare approfondimenti su questo soggetto mi sembra il minimo che si possa fare per la sicurezza nazionale. Invece i 5 Stelle che fanno? Lo ricevono alla Camera, e Albanese non ha migliore idea che farsi un selfie con lui. Lo trovo pericolosissimo.

I presenti l’hanno accolto consapevolmente o sarà stata una leggerezza?
Fatico a credere a una leggerezza, considerato che già in precedenti occasioni i 5 Stelle hanno invitato personaggi di dubbia estrazione, come fecero con il famigerato architetto Hannoun, riconosciuto finanziatore di Hamas, e anche dopo una nostra interrogazione parlamentare oggetto di un provvedimento di espulsione per manifesto antisemitismo.

La special rapporteur è nella bufera per le sue uscite. Eppure la dem Boldrini accusa il governo di “silenzio indegno” per non averla difesa…
Io ritengo che gli incarichi internazionali vadano esercitati con equilibrio, con equidistanza, con la volontà di porre fine a un conflitto che di tutta evidenza si protrae in maniera inaccettabile e che sta procurando troppe vittime civili. Il nostro governo è impegnatissimo sul fronte della difesa dei diritti umani dei civili di Gaza, testimonianza ne è la telefonata della presidente Meloni al premier Netanyahu e tutte le operazioni umanitarie che stiamo portando avanti per sostenere i bambini e la popolazione. Ma non dimentichiamo che Hamas, organizzazione terroristica riconosciuta come tale da tutto il mondo, ha scatenato questo conflitto con il pogrom del 7 ottobre, che ancora non rilascia gli ostaggi e che si fa scudo dei civili palestinesi. Tutto questo dalla bocca della special rapporteur non lo abbiamo sentito.

Il fondamentalismo islamico sta rialzando la testa in Europa. Perché la sinistra è ambigua su Hamas ma è feroce contro Israele?
Questo deve chiederlo alle sinistre, che stanno pericolosamente e acriticamente cavalcando la causa delle associazioni pro-Pal. Ricordo che i più grandi agitatori in questo senso, che stilano liste di proscrizione degli amici dei sionisti, sono sigle che rispondono al nome di “Nuovo Partito Comunista”. Per le sinistre, nella loro narrazione di un mondo senza frontiere e senza identità, costituisce un cortocircuito ideologico il fatto che esiste un Islam radicale che punta alla distruzione di Israele: gridare “Palestina libera dal fiume al mare” significa questo. Pertanto, per paura di essere tacciati di islamofobia, chiudono gli occhi dinanzi all’ovvio.

E questo fa rabbrividire soprattutto se si considera la recente aggressione antisemita, denunciata da un ebreo francese, all’autogrill sulla Milano Laghi...


Un episodio che speravo non sarebbe mai avvenuto in Italia, ma i cui prodromi stanno nelle manifestazioni di piazza in cui è stata bruciata la bandiera israeliana e sono stati messi all’indice ebrei come Liliana Segre, anche lei vittima dell’odio delle piazze pro-Pal.

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