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"Nemmeno uno stagista...". Sberla europea contro Di Maio

Continuano le polemiche per la candidatura di Luigi Di Maio a inviato speciale nel Golfo Persico, arriva la sonora batosta da parte di un gruppo di eurodeputati: "Sarebbe l'esempio peggiore, l'ennesimo, che può dare il nostro Paese agli occhi del mondo intero"

"Nemmeno uno stagista...". Sberla europea contro Di Maio

Non c'è pace per Luigi Di Maio che, dopo la sua candidatura a inviato speciale Ue nel Golfo Persico, continua a incassare sberle ovunque si volti. Dopo le perplessità espresse dal quotidiano francese Le Monde, che aveva giudicato come poco seria la proposta del suo nome, e le dichiarazioni impietose del capo del Centro di ricerca sulle politiche pubbliche di Dubai Mohammed Baharoon, il quale aveva addirittura parlato di "senso dell'umorismo europeo", arriva adesso l'interrogazione di tre eurodeputati al Consiglio Ue.

Insomma, nessuno sembra proprio volere l'ex grillino come rappresentante in trasferta nel golfo dell'oceano Indiano. Ieri, lunedì 5 dicembre, gli eurodeputati Piernicola Pedicini, Ignazio Corrao e Rosa D'Amato (i primi due di Verdi/Alleanza Libera Europea, la terza del Movimento 5 Stelle) si sono rivolti al Consiglio dell'Unione europea per chidere spiegazioni in merito alla candidatura di Di Maio. E non finisce qui. Pare infatti che l'interrogazione presentata dal trio abbia riscosso un discreto successo, specie fra le fila di Verdi, Socialisti, Gruppo Misto e Liberali.

La domanda dei tre eurodeputati è piuttosto semplice. Pedicini, Corrao e D'Amato si chiedono su che basi il nome di Luigi Di Maio possa essere ritenuto adatto a ricoprire un ruolo di rappresentanza. Le parole degli eurodeputati sono alquanto dure: "Perché una persona come Di Maio, che avrebbe a malapena i titoli per uno stage, dovrebbe rappresentarci in un'area strategica come quella del Golfo?".

Considerate le polemiche scaturite a seguito della proposta di Luigi Di Maio, Josep Borrell, l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha deciso di lavarsene le mani, lasciando la decisione al Consiglio.

Piernicola Pedicini, tuttavia, davvero non capisce cosa abbia portato alla scelta dell'ex Movimento 5 Stelle, e parla di "nome sprovvisto di credibilità, titolo di studio e competenze specifiche". Non pago, l'eurodeputato arriva a parlare di "ragioni di bottega", "un patto da Prima Repubblica, probabilmente il prezzo pagato per il tentativo, miseramente fallito, di affossare Conte e il M5S".

Con simili argomentazioni, l'ex ministro degli Affari esteri è stato praticamente colpito e affondato. "Senza alcun requisito, l'ex capo grillino si potrebbe ritrovare a scalzare candidati che, a differenza sua, vantano lauree, titoli, competenze acquisite sul campo, conoscenza delle lingue straniere e anni di esperienze diplomatiche", ha poi continuato ad attaccare Piernicola Pedicini, come riportato dalle agenzie di stampa.

La nota dei tre europarlamentari si chiude con una considerazione: "Sarebbe l'esempio peggiore, l'ennesimo, che può dare il nostro Paese agli occhi del mondo intero, oltre che a quelli di tantissimi ragazzi che credono nella meritocrazia e, per questo, fanno sacrifici enormi per maturare una formazione adeguata con la speranza di avere successo nel mercato del lavoro".

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