Si ritiene uno stakanovista. Mette in agenda la prima riunione alle 8 e l'ultima alle 23. Per il primo cittadino romano niente mondanità e sveglia alle sei. L'unico malumore? Lo stipendio. Al settimanale Venerdì Ignazio Marino (nella foto) confessa che per un sindaco che gestisce bilanci di miliardi, con enormi responsabilità, «4.500 euro mensili sono pochi». E non si esclude che in futuro l'emolumento del sindaco e degli assessori possa essere ritoccato. «Penso che parole del genere siano uno schiaffo in faccia a quanti - spiega Gianni Sammarco, coordinatore romano del Pdl -, anche svolgendo il loro lavoro meglio dell'attuale sindaco di Roma, faticano ad arrivare alla fine del mese». «A Marino - conclude - non basta utilizzare Roma come trampolino di lancio personale, vuole anche essere pagato di più per essersi scomodato ad amministrare la Capitale!»
Di sicuro molti romani sono in ansia non per le sue tasche ma per le proprie, visto che a settembre il Consiglio comunale è chiamato a discutere una delibera voluta proprio da Marino che prevede forti aumenti delle tariffe dei parcheggi a fascia blu.
«Se, in tempi di crisi economica - commenta Sveva Belviso, capogruppo del Pdl in Comune -, e dopo anni di laute retribuzioni da parlamentare, aveva intenzione di chiedere un aumento di stipendio avrebbe potuto inserirlo nel suo programma elettorale, informando correttamente i cittadini delle sue intenzioni».
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