
Razzisti? Violenti pure? Ma insomma, ora basta con queste accuse assurde, infamanti, quasi lesive della sovranità nazionale. Per Sergio Mattarella stavolta si è passato il segno. Eccola quindi la risposta, mostrata plasticamente nei saloni del Quirinale, davanti a fregi e bandiere: in una foto, tutta la “stima” del presidente per le forze dell’ordine, che in Italia svolgono un lavoro duro e sempre nel solco della democrazia e dei principi della Carta. Il peso delle parole. E la potenza del gesto, l’invito al Colle del capo del capo della polizia, il prefetto Vittorio Pisani, il giorno dopo l’attacco del Consiglio d’Europa che chiedeva di indagare sui comportamenti dei nostri agenti.
Mattarella non l’ha presa bene. L’organismo di Strasburgo, va precisato, si occupa di diritti umani e non c’entra nulla con la Ue. Però una replica a chi consigliava uno studio approfondito sulle profilazione razziale nella ps italiana andava data, anche perché non è la prima volta che arrivano certe accuse: già a ottobre l’Ecri del Consiglio d’Europa parlava di controlli condotti sulla base del colore della pelle, dell’origine etnica e della religione. Un approccio considerato “frutto di pregiudizio” e che aveva provocato “lo stupore” del presidente. Adesso una seconda invasione di campo non si poteva lasciar correre, da qui la scelta di convocare il prefetto Pisani e di accompagnare l’iniziativa con una nota molto chiara. Il capo della polizia, si legge, è stato invitato a colloquio “per riconfermare la stima e la fiducia della Repubblica nelle forze dell’ordine, la cui azione si ispira allo spirito democratico e ai valori della Costituzione”.
Per Mattarella la difesa della ps è un punto fermo, che va al di là della contrapposizione politica. Nell’autunno scorso, dopo gli scontri a Roma durante un corteo pro-Pal e il ferimento di 34 agenti, il capo dello Stato aveva telefonato al ministro dell’Interno Piantedosi per “esprimere solidarietà” e rallegrarsi per “l’efficace ed equilibrata gestione di una situazione difficile”. Il bilancio di quella guerriglia urbana poteva infatti essere più grave.
E di “accuse vergognose” da parte dell’Ecri ha parlato pure Giorgia Meloni. “Sono effetto di un pregiudizio ideologico, tutti conoscono i numerosi episodi in cui le forze dell’ordine vengono aggredite, spesso da immigrati irregolari, mentre svolgono il loro compito al servizio dei cittadini”. Per il Pd “si tratta di equivoco”. Dice Piero Fassino: “Una tempesta in un bicchiere d’acqua, il Viminale infatti ha preso atto del rapporto e ha risposto che verificherà”. Per Elena Bonetti, Azioni “analoghe raccomandazioni sono rivolte a tutti gli Stati membri”. Fratelli d’Italia ha proposto di scrivere una mozione condivisa. “Purtroppo abbiamo registrato la mancata volontà delle opposizioni - spiega il capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami - Una scelta legittima ma anche un’occasione persa per garantire un sostegno unanime alle nostre forze di polizia. Però siamo ancora disposti a confrontarci”.
Non sarà facile, visto il clima: mercoledì l’argomento ha provocato rumorose polemiche a Montecitorio. “Invece di difendere l’Italia - aggiunge Elisabetta Gardini - la sinistra si schiera con chi la scredita. In nessun altro Paese accade.
Quando si riceve una critica ingiusta, all’estero ci si compatta. Da noi l’opposizione fa da megafono a ogni attacco, anche il più pretestuoso, pur di colpire il governo Meloni. Così si indebolisce la nostra immagine nel mondo”.