
A Otto e Mezzo, il programma di approfondimento politico e non solo condotto da Lilli Gruber ogni sera dal lunedì al venerdì, si parla di libertà di parola, diritto alla critica e odio sui social. La conduttrice, però, prova a indirizzare la questione sul governo e parla di un presunto vittimismo di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio italiano in carica ormai da 3 anni. Secondo una narrazione, infatti, la leader di Fratelli d’Italia non sarebbe abituata alle critiche sia da parte delle opposizioni sia da parte della carta stampata.
Presente in studio anche Italo Bocchino, volto noto del centrodestra e fiero sostenitore dell’esecutivo. Il direttore editoriale de Il Secolo d’Italia è intervenuto sul tema delle critiche rivolte alla premier Giorgia Meloni e sul presunto "vittimismo" della leader di Fratelli d’Italia ha un’idea tanto netta quanto legittima. "Il vittimismo di Meloni? È realtà. A oggi ho 697 pratiche di diffamazione sui social, non è normale", ha esordito Bocchino. Da qui una riflessione più pacata sull'uso dei social: "Chi li usa deve sperare di non cadere nel reato di diffamazione. È ovvio che chi ha visibilità debba pagare lo scotto, ma la Meloni si difende con le parole". Insomma, la narrazione della sinistra sbatte contro il muro della realtà.
Dallo studio però si alza la voce di Sebastiano Barisoni che è protagonista anche di un botta e risposta con Bocchino. Al centro i dati economici e sociali.
Per il giornalista Barisoni "i numeri non tornano". Che tradotto significa: il governo diffonde numeri per nulla attinenti alla realtà dei dati. Da qui la replica piccata - e con ironia - del collega Bocchino: "Facciamo le corna, per ora crescono".