Meloni torna sulla vittoria nelle Marche: "Il Pd tratta i cittadini da stupidi"

Da Lamezia Terme, Giorgia Meloni ha fatto un appello alle opposizioni: "Mi piacerebbe che l'Italia votasse compatta per dimostrare che la pace la si vuole davvero"

Meloni torna sulla vittoria nelle Marche: "Il Pd tratta i cittadini da stupidi"
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Giorgia Meloni nel comizio a Lamezia Terme con gli altri leader del centrodestra a sostegno di Roberto Occhiuto, candidato per un secondo mandato come governatore del centrodestra. La presenza di tutti i leader della coalizione di maggioranza sul palco a poche ore dalla proclamazione della vittoria di Francesco Acquaroli nelle Marche ha un significato preciso ma si colloca anche in un contesto geopolitico molto complesso. Il premier è tornato esplicitamente sulla vittoria del centrodestra nelle Marche, che dimostra "che i cittadini sono più intelligenti di come li fa la sinistra guardano al lavoro, ai risultati e non si fanno ammaliare dagli slogan facili e dal fumo gettato negli occhi e non si fanno trattare da stupidi come li tratta chi dice vota per il Pd nelle Marche e avrai lo Stato in Palestina, la gente non è stupida, i marchigiani hanno capito quanto quella mossa fosse disperata".

"Giovedì in Aula ci saranno delle mozioni in cui si parlerà della questione palestinese: mi piacerebbe che l'Italia votasse compatta per dimostrare che la pace la si vuole davvero", ha dichiarato il premier, sottolineando che "la pace non arriverà perché Landini indice lo sciopero, perché l'Usb indice lo sciopero, perché i magistrati leggono i comunicati prima delle udienze". Arriva, ha aggiunto, "se qualcuno lavora ai tavoli a cui bisogna lavorare a proposte serie e su questo davvero mi piacerebbe che lavorassimo insieme". Il mondo non torva pace, ha aggiunto, "la guerra soffia la sua paura e l'odio e la violenza sembrano avere il sopravvento. Crescono quelli che sembrano voler avvelenare il dibattito pubblico, le parole pesano, possono diventare brodo di cultura per le frange più violente e lo abbiamo vissuto in passato non permetteremo che accada di nuovo". Noi, ci ha tenuto a sottolineare il premier, "conduciamo dibattito politico sapendo che dall'altra parte c'è un avversario, non un nemico da abbattere. Questo privilegio lo lasciamo agli altri".

Meloni ha anche rivendicato la longevità del suo governo, ormai prossimo a diventare il terzo più longevo della storia repubblicana e in quel momento la sinistra "scoprirà che i tre governi più lunghi sono di centrodestra". Non è un caso per il premier, perché "solo noi possiamo dare stabilità, perché stiamo insieme non per sconfiggere gli altri che detestiamo. Stiamo insieme perché abbiamo una visione del mondo che ci spinge a costruire il bene per questa nazione. Non ci muove la rabbia, è l’amore che ci tiene assieme. Ci dicevano che saremmo stati isolati nel mondo. Fatevi un giro sulla stampa estera e troverete ciò che sui giornali in Italia si fa fatica a trovare".

Ovviamente il premier non ha sorvolato sulle riforme che il suo governo sta portando avanti da tre anni, ribadendo che "andremo avanti con la riforma della giustizia per liberare la magistratura dalla malapianta delle correnti" e confermando l'intenzione di andare avanti anche con il premierato per dire "basta" a "inciuci e giochi di palazzo". Questa terra, ha aggiunto, "non chiede di essere mantenuta dalla politica ma di essere messa in condizione di competere ad armi pari per dimostrare il suo valore. Ma tanto non la capiscono la lezione, hanno candidato il padre reddito di cittadinanza.

E ora arriverà il reddito di regionalanza? Loro vi vedono così, come persone che non sanno o non vogliono mettersi in gioco, noi vi vediamo come un popolo fiero che non vuole dipendere dai partiti e non si fa prendere in giro".

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