RomaLa battaglia tra Silvio Berlusconi e la Germania, alimentata da un lato dalle critiche tedesche al ritorno in campo del Cavaliere, e dall'altro dalle accuse di quest'ultimo sul ruolo di Berlino nel perdurare della crisi italiana, è in realtà un Berlusconi contro tutti. Perché contro l'ex premier si schierano molti esponenti politici nostrani, talmente accecati dall'antiberlusconismo, in servizio permanente effettivo da sentirsi un po' tedeschi. «Ich bin ein berliner», disse John Fitzgerald Kennedy nel 1963. «Giù le mani dai tedeschi», ammonisce suppergiù Andrea Riccardi, ministro per l'Integrazione. L'unica consolazione è che la seconda frase, a differenza dalla prima, giureremmo che non entrerà nei libri di scuola.
L'attacco dei panzer d'Europa a Berlusconi era già iniziato nei giorni scorsi ed è proseguito per tutta la giornata di ieri. Ma mentre nei giorni scorsi l'offensiva era stata più che altro mediatica, ieri è stata la politica a sparare ad alzo zero. La cancelliera Angela Merkel, parlando a Berlino, ha mantenuto un profilo diplomatico, ma è stata piuttosto esplicita: «Sono convinta - ha detto - che gli elettori italiani sceglieranno in modo tale da garantire che l'Italia resti sul cammino giusto». Insomma, perché spendere soldi commissionando sondaggi agli istituti di ricerca? E poi: «Io sostengo quello che Mario Monti ha messo in campo per le riforme». «Ma gli elettori italiani, per decidere come votare, non hanno bisogno né dei consigli né delle lezioni della signora Merkel», nota infastidito Daniele Capezzone, portavoce del Pdl.
Va giù ancora più duro Guido Westerwelle, ministro degli Esteri tedesco, che dice la sua sul ruolo tedesco nella crisi economica italiana: «C'è una cosa che non accettiamo - s'indigna il ministro - ed è trasformare la Germania nell'oggetto di una campagna elettorale populista. Né la Germania, né l'Europa sono la causa delle attuali difficoltà dell'Italia».
Westerwelle fa il maestrino e ammonisce: «Se l'Italia interrompesse il percorso delle riforme, questo sarebbe uno sviluppo pericoloso per l'Europa». Infine una rassicurazione, si fa per dire: «Il governo tedesco non interferirà nella campagna elettorale italiana». Aggiungiamo noi: e ci mancherebbe altro.
Il fatto è che la Germania vanta molti supporter anche in casa nostra. Che tifano addirittura dalla curva di Palazzo Chigi. Prendete il già citato Riccardi: «Non lasciamoci andare ai toni anti-tedeschi - sdottoreggia il ministro durante la trasmissioneRai Radio Anch'io - perché il rapporto tra l'Italia e la Germania è un rapporto decisivo e i tedeschi con i francesi sono i nostri principali partner: questo non va dimenticato.
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