È passato pressoché sotto traccia l'annuncio dell'ong Medici senza Frontiere di tornare nel Mediterraneo centrale con una nuova nave che sostituisce la Geo Barents, momentaneamente messa a riposo. Anche l'organizzazione con sede a Ginevra ha deciso di cambiare strategia per adeguarsi al decreto Piantedosi scegliendo di operare d'ora in poi con una barca di dimensioni più piccole ma con più velocità. Lo ha ammesso con comunicato diramato tramite i suoi canali nel quale spiega che "nonostante la capacità di bordo fino a 700 persone, la nave è stata regolarmente condotta verso porti lontani nel nord Italia invece che verso il porto più vicino nel sud, per esempio per imbarcare solo 50 sopravvissuti. Di conseguenza, tra dicembre 2022 e dicembre 2024, la Geo Barents ha dovuto percorrere 64.966 chilometri aggiuntivi e trascorrere 163 giorni aggiuntivi in mare".
Quindi, ora Msf opererà nel Mediterraneo con Oyvon, ex ambulanza norvegese, che come la Geo Barents batte ancora la bandiera del Paese scandinavo. È stata costruita nel 1996 e ha una velocità di crociera di 33 nodi ma può raggiungere anche i 38 nodi, quasi tre volte in più rispetto all'altra. Lunga 20 metri e larga 6 metri, ha una capacità di poche decine di persone a bordo. "La decisione di Medici Senza Frontiere di utilizzare ora una nave più piccola e veloce è una risposta strategica alle leggi e alle pratiche restrittive del governo italiano che si rivolgono specificamente alle navi di soccorso umanitario", ha dichiarato Juan Matias Gil responsabile operativo per il salvataggio in mare di Medici Senza Frontiere. Ora Geo Barents si trova in porto a Brattvag, sulla costa occidentale della Norvegia, nei pressi di Alesund, il che dimostra che, nonostante le rimostranze fatte negli anni sulla distanza dei porti, sulle condizioni non adeguate del mare, quel tipo di imbarcazioni è in grado di coprire anche ampie distanze. Questo dimostra anche che non è infattibile che una nave di quella stazza possa possa portare i migranti anche in porti che non siano quelli italiani. Certo non può se viene sovraccaricata ma se viaggia con il numero giusto previsto e omologato è possibile.
"Come organizzazione medica e umanitaria, il nostro impegno ad essere presenti in mare e ad aiutare le persone in fuga è ininterrotto. Siamo tornati per adempiere al nostro dovere di salvare le persone in difficoltà e costrette a prendere barche in grado di navigare. Vediamo persone che hanno subito condizioni patetiche e disumane, detenzione, abusi e ricatti in Libia", si legge ancora nelle dichiarazioni presenti nel comunicato di Msf a voce di Gil. La "strategia delle piccole barche" non è nuova ed è utile per due ragioni: spendere meno e sperare di ottenere porti vicini, adducendo come giustificazione l'impossibilità di affrontare lunghi viaggi, soprattutto in condizioni di mare agitato.
Tuttavia, Ovyon nasce come ambulanza per il Mare del Nord, che come è noto è ben più soggetto a impetuosi moti ondosi rispetto al Mediterraneo, pertanto se andava bene per quelle latitudini come imbarcazione di soccorso, può affrontare serenamente le condizioni del Mediterraneo, qualunque sia il porto che verrà destinato allo sbarco.