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La nave Ong già viola il decreto: cosa rischia la Geo Barents

La nave Geo Barents ha deviato dalla sua rotta per effettuare un terzo intervento e tergiversa sull'inoltro delle domande d'asilo allo Stato di bandiera

La nave Ong già viola il decreto: cosa rischia la Geo Barents

Da mercoledì 3 gennaio inizierà un nuovo corso per la gestione dei migranti. Nella giornata di ieri, Sergio Mattarella ha firmato il provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 28 dicembre ed entrato subito dopo in Gazzetta ufficiale con decorrenza dalla mezzanotte di mercoledì 3 gennaio. Ed è proprio nella giornata di domani che è previsto l'arrivo a Taranto della nave Geo Barents con 85 migranti recuperati con due interventi che, come specificato dall'equipaggio, sono stati richiesti dalle autorità italiane.

La nave Geo Barents, quindi, sarà la prima a dover rispettare le nuove disposizioni del governo ma si preannunciano già disobbedienze sa parte dell'equipaggio della nave Ong. Ieri, infatti, la nave ha modificato la sua rotta in direzione di Taranto per tentare un terzo intervento su segnalazione di Alarm Phone ma, dopo aver effettuato il pattugliamento nella zona indicata ha ripreso la navigazione verso il porto assegnato. Questo tentativo è avvenuto a porto già assegnato e senza che sia stato chiesto dalle autorità italiane. Pertanto, in base alle nuove direttive, configura una violazione anche se non è stato portato a compimento.

Tuttavia, c'è un altro elemento che la Ong sembra intenzionata a non voler rispettare ed è quello che prevede l'espletazione a bordo delle pratiche di richiesta di asilo politico. Il nuovo decreto prevede che le Ong che fanno richiesta di porto in Italia debbano assolvere le domande di asilo già a bordo. "Riguardo alla necessità di chiedere di formalizzare la domanda di asilo alle persone a bordo della nave preferiamo vedere il testo finale del decreto per poterci esprimere e valutare il da farsi", dicono dalla Ong. Il decreto è ora in Gazzetta ufficiale, quindi la Ong ha modo di studiare le indicazioni del governo italiano ma al momento non sembra aver intenzione di adempiere. Infatti, dalla nave fanno sapere: "Come abbiamo sempre fatto, stiamo dando ai sopravvissuti tutti i materiali dell'Unhcr per fare domanda di asilo". Ma il decreto prevede che le domande debbano essere inoltrate già sulla nave allo Stato della bandiera battente, non basta che ai migranti venga fornito il modulo. La Geo Barents batte bandiera norvegese, quindi è lì che dovranno essere effettuate le richieste d'asilo prima dello sbarco in Italia.

La nave Geo Barents è la prima a rischiare una sanzione in violazione dei nuovi obblighi, che le Ong non sembrano propense a rispettare. Nei giorni scorsi alcuni equipaggi si sono lamentati per le nuove politiche del governo italiano, che aumenterebbero i costi di intervento da parte delle Ong. "Il nuovo decreto legge del governo italiano è un'autentica trappola il cui chiaro intento è quello di fermare l'opera di soccorso della flotta civile", scrive la Ong Maydayterraneo. Nel suo lamento, quindi, la Ong spagnola prosegue: "Il decreto stabilisce la condizione di 'fare rotta senza indugio' verso il porto di sbarco una volta effettuato il primo soccorso, che riguarderà anche navi di grandi dimensioni predisposte per più soccorsi su più giorni. Se fino a ora l'Italia forniva sempre porti in Sicilia, recentemente ha cominciato a farlo nella penisola, il che significa giorni di navigazione, più sofferenze e impedisce, di fatto, altri soccorsi".

Quindi, dalla Ong che arma la nave Aita Mari, si continua con il piagnisteo: "In caso di mancata richiesta di porto dopo il primo soccorso, i comandanti potrebbero essere multati fino a 10mila euro, con la possibilità di sequestro della nave per 20 giorni.

Fino a 50mila euro con sequestro della nave in caso di violazione di codice di condotta e tentativo di ingresso in Italia senza autorizzazione".

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