Migranti, sinistra e toghe gongolano per la sentenza contro l'Italia

Le opposizioni si sono schierate ancora una volta dalla parte delle toghe e cantano vittoria per la sconfitta del governo, sperando in un ritorno della politica delle porte aperte (che non ci sarà)

Migranti, sinistra e toghe gongolano per la sentenza contro l'Italia
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Secondo Palazzo Chigi, la decisione della Corte di Giustizia UE “è un passaggio che dovrebbe preoccupare tutti – incluse le forze politiche che oggi esultano per la sentenza - perché riduce ulteriormente i già ristretti margini di autonomia dei governi e dei parlamenti nell’indirizzo normativo e amministrativo del fenomeno migratorio”. Le opposizioni, invece, come loro solito, si sono schierate dalla parte delle toghe (questa volta di Bruxelles) e cantano vittoria per quella che definiscono una sconfitta di Giorgia Meloni.

L'Anm, dal canto suo, esulta sostenendo che questa sentenza "conferma in modo inequivocabile la correttezza dell'interpretazione fornita dai giudici italiani, più volte oggetto, in questi mesi, di pesanti attacchi pubblici per l'esercizio della loro funzione. I giudici non fanno le leggi, ma le applicano in modo attento e scrupoloso e, come confermato dalla Corte di giustizia Ue, devono poter esercitare un sindacato pieno e indipendente sul rispetto dei diritti fondamentali". E ancora: "I magistrati italiani hanno fatto in questi mesi quello che la legge imponeva loro, nonostante i frequenti e brutali attacchi ricevuti da una parte della politica. La sentenza di oggi lo conferma". Elly Schlein, invece, esulta facendo ironicamente il verso a quel che aveva promesso Meloni dal palco di Atreju e gridando da un palco elettorale nelle Marche: "I centri in Albania non funzioneranno". La segretaria del Pd, che forse ha già dimenticato quanto fosse diventato gigantesco il business dei migranti durante i governi di centrosinistra, punta il dito sui costi dell’operazione: "Non solo calpestano i diritti fondamentali, ma hanno sprecato un miliardo di risorse pubbliche in una operazione cinica e illegale". Ovviamente, non poteva mancare il commento della deputata dem Laura Boldrini, altra fan dell’immigrazionismo e delle porte aperte, che definisce quello del governo: "Un fallimento su tutta la linea: legale, economica, umana, in termini di diritti e di politiche migratorie”. Anche l’ex premier Giuseppe Conte, fautore della linea dura all’epoca del governo gialloverde, oggi festeggia: “La premier Meloni si dice sorpresa, scandalizzata. Addirittura evoca una giustizia europea a 'orologeria’, vecchio cavallo di battaglia di chi, a destra, pretende impunità e privilegi per sottrarsi alla giustizia. Che figuraccia”.

Riccardo Magi, segretario di +Europa, parla di “Caporetto di Giorgia Meloni” e invita il governo a “mettere fine al progetto di una Guantanamo italiana per la deportazione di migranti”. Nicola Fratoianni di Avs attacca: "La sentenza della Corte Europea di giustizia è un vero e proprio macigno sulle velleità del governo Meloni e della destra italiana di calpestare il diritto internazionale e il buonsenso. Erano pure arrivati a dire nelle aule parlamentari che i giudici che rispettavano la legge fossero degli eversori. Non era e non è affatto così". Per Fratoianni, si tratta di “una pesante sconfitta senza appello per chi ha orchestrato un'indegna campagna di propaganda sulla pelle di esseri umani". Anche Angelo Bonelli, ovviamente, si è unito al coro di chi non aspettava altro che le toghe di Bruxelles dessero torto al governo italiano: “La Corte di Giustizia Europea ha bocciato il protocollo Italia-Albania e questo è un duro fallimento del governo Meloni che ha speso centinaia di milioni di euro per una propaganda. Una propaganda che ha portato a far spendere oltre 120 mila euro per migrante, per alcune decine di migranti trasferiti in Albania. Questo è il modo di governare di questa destra, una destra che utilizza i soldi pubblici per la propaganda".

Chissà, forse, le opposizioni rimpiangono veramente l’epoca in cui Lampedusa scoppiava di migranti e le persone coinvolte nell’inchiesta ‘Mondo di mezzo’ parlavano tra loro sostenendo che col business dell’immigrazione si guadagnasse di più che con la droga…

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